Un’inchiesta di Domani ha rivelato l’uso improprio da parte della capa di gabinetto del ministero della Giustizia di un mezzo riservato ai ministri per recarsi a un convegno. Il deputato di Avs ha chiesto una presa di posizione del ministro Nordio e dalla presidente Giorgia Meloni. Il collega dem: «In un paese serio, non possono esserci due ministri della giustizia, le dimissioni della Bartolozzi sono un atto dovuto non più rinviabile»
Dopo le rivelazioni di Domani sul viaggio a Capri della Capa di gabinetto del ministro della Giustizia, Giusi Bartolozzi, il deputato di Alleanza verdi e sinistra e co-portavoce di Europa verde, Angelo Bonelli, ha fatto sapere che presenterà «un'interrogazione parlamentare per chiarire se Bartolozzi, abbia utilizzato una motovedetta della Guardia di Finanza» per raggiungere l’isola e partecipare a un convegno.
«Se confermato» ha proseguito Bonelli «sarebbe un utilizzo improprio di mezzi dello Stato». Il deputato di Avs ha anche ricordato le altre «anomalie» del ministero della Giustizia, tra cui quelle che coinvolgono il caso Almasri e la decisione di istituire una segreteria personale per la capa di gabinetto con venti nuove unità «sottratte all'Ispettorato generale». «Nordio spieghi se condivide queste scelte e quale sia oggi la reale catena di comando al Ministero della Giustizia», ha concluso Bonelli.
Sulla questione si è espresso anche il deputato Andrea Casu, componente della presidenza del gruppo Pd. Quelle di Domani «sono rivelazioni troppo gravi per consentire ancora alla presidente Meloni e al ministro Nordio di fare finta che non ci sia un problema al ministero della Giustizia», ha affermato.
«L’utilizzo, se confermato, di una motovedetta riservata alle missioni speciali e ufficiali dei ministri, rappresenterebbe un fatto di estrema gravità, incompatibile con il ruolo che Bartolozzi ricopre». Per il deputato del Pd «non basta più il silenzio imbarazzato o le mezze verità: serve fare piena chiarezza». Casu ha concluso chiedendo alla presidente del Consiglio e al ministro Nordio di assumersi «le proprie responsabilità politiche. In un Paese serio, non possono esserci due ministri della giustizia, le dimissioni della Bartolozzi sono un atto dovuto non più rinviabile».
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