Una difesa poco credibile

Tutte le omissioni di Bonafede sulle violenze di Santa Maria Capua Vetere

LaPresse
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  • L’ex ministro sostiene di aver agito in modo «immediato» sui pestaggi in carcere: in realtà ha atteso mesi prima di richiedere informazioni su quello che era accaduto.
  • Non ha fatto svolgere indagini approfondite e al Parlamento ha dato la versione dei fatti degli stessi funzionari accusati di aver depistato le indagini.
  • La sua difesa è debole: dice che non era possibile fare più di così, ma in realtà non ci sono regole a impedire indagini e sospensioni di agenti sospettati di gravi comportamenti. 

Il ministero della Giustizia ha ignorato per mesi le violenze commesse il 6 aprile 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e quando ha informato il parlamento su quello che era accaduto durante il pestaggio, ha fornito una versione dei fatti parziale e lacunosa. L’allora ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, sostiene che all’epoca ha agito «immediatamente» e i suoi difensori sostengono che non era possibile intervenire in maniera più incisiva a causa di limiti legali all’azione del

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