L’Unità di informazione finanziaria che segue i flussi anomali di denaro indaga su somme che la Lega ha prima incassato e poi restituito ai suoi parlamentari. L’antiriciclaggio sospetta sia un modo per pagare meno tasse. Giorgetti: «Solo prestiti». Dopo l’arresto dei commercialisti vicini al partito, un nuovo scandalo per Matteo Salvini e i suoi uomini
- La Lega di Matteo Salvini dovrebbe restituire 49 milioni di euro di rimborsi elettorali ottenuti in modo indebito all’epoca di Umberto Bossi, ma piange miseria. Eppure in un anno e mezzo dai conti del partito sono usciti 600mila euro, finiti a una ventina di parlamentari.
- Gli esperti dell’Antiriciclaggio sospettano che la Lega abbia creato un meccanismo per permettere ai suoi deputati, in qualche caso, di ottenere detrazioni fiscali.
- Tra i beneficiari i vertici della Lega e il suo tesoriere, Giulio Centemero, già al centro di un’inchiesta per finanziamento illecito. In un anno e mezzo dal conto del partito sono fuoriusciti in tutto 13 milioni di euro finiti a deputati e senatori.
La Lega di Matteo Salvini deve restituire alle casse dello stato italiano 49 milioni di euro ottenuti in modo indebito dal partito, ma tra il 2017 e il 2018 ha erogato centinaia di migliaia di euro a decine di suoi parlamentari. E alcuni di loro, compreso più di un dirigente di primo piano, attraverso un meccanismo basato su giroconti bancari avrebbero ottenuto di pagare meno tasse, mediante sgravi fiscali forse indebiti. È questa, in estrema sintesi, la conclusione a cui arriva una relazione in



