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Draghi lancia un avvertimento a Conte che va a caccia di voti

LaPresse
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  • Quando martedì pomeriggio Giuseppe Conte si è recato a palazzo Chigi, Mario Draghi sapeva già quello che gli avrebbe detto a proposito della «gradualità delle spese militari» e conosceva bene le ragioni con cui poteva, volendolo, smontare subito uno scontro che in quelle ore, in un crescendo rossiniano, arrivava a sfiorare la porta di una crisi di governo.
  • Draghi dunque ha spinto l’acceleratore per avvertire Conte – il nuovo Conte rimesso in sella dal voto dei suoi a caccia di legittimazione che però giura di non volere la crisi di governo – che non è disposto a farsi logorare dal suo predecessore.
  • il Pd, per non rompere con l’alleato, ha provato a fare «da cerniera», secondo indicazioni del segretario Enrico Letta. Che ha chiesto ai suoi di evitare di attaccare i Cinque stelle per non «esacerbare» lo scontro.

Per capire come nasce la “quasi crisi” del governo Draghi sulle spese militari bisogna riavvolgere il nastro del film delle scorse 48 ore. Sapendo che il prequel però data nei giorni del Quirinale, quando il presidente del Consiglio ha toccato con mano il freddo delle forze politiche nei suoi confronti e il rischio di un finale di legislatura con i provvedimenti promessi, e già incardinati in aula, che procedono ad andamento lento, con il rischio di non arrivare a meta. Cosa che gli ispettori d

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