Il prossimo 4 maggio oltre cinque milioni di abitanti della comunità di Madrid saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo consiglio regionale. Le elezioni, in anticipo rispetto alla fine naturale della legislatura, sono state convocate dalla presidente della comunità, la popolare Isabel Díaz Ayuso che si ricandida, facendo saltare la coalizione di governo con Ciudadanos, con l’ambizione di conquistare la maggioranza per governare da sola.

Conservatrice

La competizione ha una valenza nazionale perché Ayuso si colloca sul versante del Pp più prossimo all’estrema destra e spiazza le velleità centriste del presidente del partito Pablo Casado.

E anche perché il presidente del governo spagnolo Pedro Sánchez si è buttato nella contesa difendendo il suo modello di gestione della pandemia, mentre il leader di Podemos Pablo Iglesias si è dimesso da vicepresidente del governo per andare a rafforzare la sinistra madrilena.

Ma la campagna elettorale, che la presidente uscente Ayuso avrebbe voluto centrare attorno al motto “vivere alla madrilena” in nome di un edonismo egoista ed elitario, negli ultimi giorni si è vista alterata dal piombo dei proiettili che hanno accompagnato le ormai quotidiane lettere minatorie all’indirizzo di candidati e alte cariche dello stato. Svuotandola in questo modo di contenuti se non quello della contrapposizione tra democrazia e fascismo.

La tensione corre sul voto

Ogni giorno porta infatti una nuova lettera con minacce di morte: le prime tre sono arrivate a Iglesias con quattro bossoli (per lui, la sua compagna, la ministra delle Pari Opportunità Irene Montero e i suoi genitori), al ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska e alla direttrice della Guardia Civil María Gámez. Successivamente, missive analoghe sono giunte ad Ayuso, all’ex presidente del governo spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero e ancora a Iglesias. Contemporaneamente, un plico contenente un coltello è stato inviato alla ministra dell’Industria María Reyes Maroto, il cui mittente, una persona con problemi di salute mentale, è stato immediatamente identificato dalla polizia.

Anche scontando un possibile effetto imitazione, il fatto che l’estrema destra Vox non abbia condannato le minacce dirette a Iglesias, mettendone anzi in dubbio la veridicità e che la condanna del Pp si sia riferita a una violenza generica, alimenta un clima di odio e di tensione che sta avvelenando la campagna elettorale.

Una situazione che accompagna la politica spagnola degli ultimi tempi e che si radica nel non riconoscimento da parte della destra della legittimità del processo che ha portato alla creazione del governo progressista, a partire dalla mozione di sfiducia di Sánchez contro il popolare Mariano Rajoy nel 2018 fino al governo di coalizione tra Psoe e Unidas Podemos, con il sostegno di partiti progressisti e indipendentisti. Quando nel corso di un dibattito televisivo la rappresentante di Vox Rocío Monasterio ha contestato l’autenticità delle minacce ricevute da Iglesias, il fatto che i rappresentanti delle tre sinistre, Iglesias, il socialista Ángel Gabilondo e Mónica García di Más Madrid, abbiano abbandonato l'emittente è stato considerato da tutti gli osservatori una presa di posizione nella campagna elettorale che potrebbe sparigliare le carte.

I pronostici

Ayuso è infatti data vincente, in vantaggio ma non tanto da conquistare da sola la maggioranza assoluta, avrà probabilmente bisogno di Vox per governare e sarebbe la prima volta che l’estrema destra entra nel governo di un’istituzione spagnola. Ciudadanos, col suo candidato Edmundo Bal, è dato in caduta libera e difficilmente supererà la soglia di sbarramento del 5 per cento. Nella gestione dell’epidemia, il modello di Madrid, gestito dalla candidata popolare, è stato quello che maggiormente si è discostato dalla strategia del resto delle comunità spagnole, in netta opposizione al governo Sánchez.

Il Cis, Centro de Investigaciones Sociológicas, dà una sostanziale parità tra i due blocchi, con un leggero vantaggio per quello progressista. Diversi altri sondaggi pronosticano invece la maggioranza assoluta del Pp assieme a Vox. A sinistra, sarebbe in crescita García, la medica anestesista in prima fila nella lotta contro il Covid-19. La presenza di Iglesias assicura l’entrata di Podemos nell’Assemblea di Madrid. Mentre Gabilondo, professore all’Universidad Autónoma de Madrid, ha smesso di rivolgersi all’elettorato moderato, perché non sembra sia lui il destinatario del voto in fuga da Ciudadanos.

Il risultato dipenderà dalla mobilitazione dell’elettorato, in una città dove la differenza tra quartieri ricchi e poveri è molto marcata, dove la destra delle zone più ricche si mobilita senza defezioni e dove c’è poca mobilità di voto da uno schieramento all’altro. La novità degli ultimi giorni è il messaggio unitario delle sinistre, che hanno provato a portare i loro elettori al voto per fermare l’estrema destra.

Vivere alla madrilena

«Dopo un giorno di lavoro, di sofferenza, possiamo andare nella terrazza di un bar a prenderci una birra, con i nostri amici e la nostra famiglia. Alla madrilena»: Ayuso spiega così la sua Madrid da bere. Il suo modello di libertà, con il disprezzo dichiarato per i poveri, l’attitudine prossima al negazionismo e l’anticomunismo viscerale, rappresenta la versione spagnola del trumpismo.

Nel corso dell’epidemia, la presidente della comunità ha lasciato tutto aperto il più possibile e la città è diventata nell’attrazione per giovani turisti del resto d’Europa. Anche al prezzo di registrare la più alta densità di contagi Covid e il 35 per cento in più di mortalità rispetto alla media nazionale.

Durante il suo governo, Ayuso ha approvato una sola legge, contro cui peraltro l’opposizione ha fatto ricorso, e non ha proposto alcun piano di sostegno economico alla ristorazione. La sua campagna di bar aperti le ha fatto guadagnare il favore di buona parte del settore, ma questo non ha impedito la chiusura di oltre il 20 per cento delle imprese.

Madrid, che genera da sola il 19,3 per cento di Pil del paese, è la comunità più ricca della Spagna, ma Ayuso promette di mantenere il sistema fiscale con le imposte più basse di Spagna e la minor progressività. Nel corso della pandemia, nella comunità di Madrid la disoccupazione è aumentata di oltre il 21 per cento rispetto alla media nazionale, dove il dato è stato comunque superiore all’11 per cento. Si sono moltiplicate sul territorio le cosiddette “code della fame”, le file di persone senza mezzi di sussistenza per ricevere alimenti dalla Caritas o altre associazioni umanitarie; sarebbero stati in 100mila ad avvalersi dell’aiuto dei servizi sociali e dell’associazionismo dei quartieri.

Mobilitare l’elettorato

Le sinistre madrilene sono impegnate nella mobilitazione del loro elettorato. I sindacati confederali CcOo e Ugt chiamano i lavoratori dipendenti al voto, spiegando loro che ne hanno diritto nonostante il 4 maggio sia un giorno feriale.

I socialisti mobilitano ministri e sindaci dei municipi della parte meridionale della comunità. Scrittori, artisti e intellettuali hanno firmato un manifesto, avvisando che «sono in gioco le libertà».

Il voto di mezzo milione di stranieri, per lo più sudamericani, con cittadinanza spagnola, potrebbe essere decisivo, ma i partiti si occupano poco di loro. A sinistra, Unidas Podemos ha in lista Serigne Mbayé, portavoce del sindacato dei venditori di strada; Más Madrid si avvale dell’argentina Manuela Bergerot, impegnata nella causa argentina contro i crimini del franchismo; il Psoe propone Hana Jalloul, di ascendenza libanese e fino a poco fa segretaria di Stato per le Migrazioni.

La sinistra madrilena non ottiene la maggioranza parlamentare dalle elezioni del 2003. Secondo un’analisi dei risultati elettorali delle precedenti competizioni realizzata dal quotidiano spagnolo El Diario, la destra può ottenere la maggioranza vincendo nel 30 per cento dei collegi più ricchi della comunità. Nel 10 per cento più ricco la destra supera il blocco progressista in oltre 200mila voti; nelle zone più povere di Madrid, la sinistra invece supera la destra per soli 50mila voti. La disuguaglianza sociale è stata fino a ora un’alleata preziosa per il governo ininterrotto del Pp dal 1995.

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