Persino Mario Draghi si è arreso al fatto che l’indebitamento in questo momento «non è la prima cosa». L’arrivo di Trump trova l’Europa più fragile che mai. Intanto la premier spera di «riaprire il dibattito» sul patto di stabilità, sul quale ha già fallito
«Se la penso da solo in un modo, e gli altri 26 stati membri la vedono diversamente, questo non è isolamento. È un dibattito». Forse Giorgia Meloni può prendere in prestito questa peripezia dialettica, nella quale si è avventurato questo venerdì Viktor Orbán, per camuffare il fatto che l’Italia vede allontanarsi sempre più la prospettiva di nuovo debito comune europeo. Alla Puskás Aréna, lo stadio di calcio di Budapest dove questo venerdì i leader europei – con Mario Draghi e Christine Lagarde –



