Una iniziativa politica, un passo in più verso una unione o almeno una collaborazione tattica tra i sovranisti di Identità e democrazia, dove siede la Lega, e i Conservatori europei, la cui presidente è Giorgia Meloni. La carta dei valori appena pubblicata è sottoscritta da partiti di entrambi questi gruppi, e ovviamente da Fidesz, il partito del premier ungherese, da cui tutto è partito.

Da quando è uscito dalla famiglia popolare europea, Viktor Orbán non si è accontentato di entrare in Ecr, come Meloni sperava, o in Id. È rimasto nel gruppo misto sperando di fare da promotore di una alleanza di destra, più a destra dei popolari. Un incontro a Budapest con Matteo Salvini, i premier ungherese e polacco, è stato il primo passo già in primavera in questa direzione.

Adesso c’è “la carta”. La sottoscrivono, per Id: Lega, Rassemblement National (Francia), Fpoe (Austria), Vlaams Belang (Belgio), Dpp (Danimarca), Ekre (Estonia), Ps (Finlandia). Tra i conservatori, dicono sì il Pis polacco, Vox per la Spagna, Fratelli d’Italia, JA21 (Paesi Bassi), El (Grecia), Pnt-Cd (Romania), Llra-kss (Lituania), Vmro (Bulgaria).

Il testo reclama un ruolo di questi partiti «nel dibattito sul futuro dell’Europa», rassicura sull’atlantismo («il legame atlantico è una grande conquista»), accusa «la creazione di un super stato europeo e la volontà di distruggere la tradizione». La carta afferma anche che «la sovranità in Europa deve rimanere in capo alle nazioni» e chiede «rispetto per le radici giudaico-cristiane». 

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