La sinistra francese ha una candidata in più alle elezioni presidenziali: l'ex ministra della Giustizia Christiane Taubira, unica candidata consenziente e di conseguenza vincitrice delle primarie organizzate dal basso, le “primarie popolari”. L’esperimento, che ha coinvolto oltre 392mila votanti, in teoria serviva per compattare il fronte progressista e organizzare una candidatura unica. Ma gli altri frontrunner non hanno sostenuto l’iniziativa, dunque sono stati votati loro malgrado: dopo Taubira, si è posizionato il verde Yannick Jadot, secondo, e Jean-Luc Mélenchon, terzo. Anne Hidalgo, sindaco di Parigi, è arrivata solo in quinta posizione, dietro a Pierre Larrouturou. In sintesi la vittoria di Taubira non unisce il fronte ma semmai rafforza una ulteriore candidatura e quindi ulteriore frammentazione, o almeno questa è la lettura prevalente in Francia.

L’ex ministra della Giustizia del governo socialista di François Hollande, si era candidata con un tweet inatteso, molto recitato e seduttivo ma di tono austero, ha comunicato ai francesi che sta «considerando» di candidarsi alla presidenza della Repubblica per rimediare l’impasse della sinistra, ma che non intende essere «una candidata di più».

Le priorità

Nel 2016 si era dimessa per la sua posizione contraria alla cancellazione della cittadinanza francese per i terroristi condannati. Taubira era l’icona dell’ala sinistra del governo di allora, tra le sue priorità c’era anche il matrimonio per gli omosessuali. È stata candidata alle presidenziali già nel 2002. 

Taubira proviene dalla Guyana, dipartimento d’Oltremare da mesi in grave agitazione per il dilagare della povertà e del contagio di Covid. Durante il suo discorso ha parlato di una coesione sociale «senza esclusiva né esclusione». Probabilmente una posizione di apertura nei confronti dell’immigrazione e dell’Islam, le due bestie nere della destra.

Le elezioni sono in programma per la prossima primavera. Per il momento nei vantaggi è primo il presidente uscente Emmanuel Macron, ma insieme le due candidate di destra Valérie Pécresse e Marine Le Pen raccolgono quasi un terzo delle preferenze. 

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