- Il 17 novembre è il terzo anniversario del movimento, e già da qualche settimana i gilet gialli sono tornati a manifestare sulle rotatorie, spinti in parte dagli aumenti dei prezzi dell’energia.
- Stanchezza, costo finanziario, repressione poliziesca, crisi sanitaria hanno affievolito il movimento. Ma la sua lotta potrebbe continuare sotto altre forme con l’avvicinarsi delle presidenziali.
- Il movimento resta plurale, senza un orientamento politico definito, accomunato da un rifiuto delle istituzioni politiche tradizionali. Reportage da Lione.
«Il movimento non si è mai fermato». Ne sono convinti, e si dicono ancora più determinati, i gilet gialli della rotatoria del totem nero. Siamo alla periferia sud di Lione, in una zona industriale non lontana dall’autostrada. Da ottobre un gruppo di gilet gialli è tornato a occupare questa rotatoria, qui come in altre zone della Francia, ogni sabato, in vista del terzo anniversario del movimento, questo 17 novembre. (I gilet gialli alla rotatoria di Lione. Foto Luisida De Ieso) Il popolo del



