Da Wojtyła a papa Leone: il summit per la pace è qui, al meeting interreligioso di Sant’Egidio

Lo chiamano Summit per la pace e riunisce da 39 anni i leader delle grandi religioni mondiali su invito di Sant’Egidio. Malgrado guerre e tensioni non manca mai nessuno: ci sono anche i rappresentanti della chiesa russa, musulmani dal Medio Oriente e rabbini da Israele. C’è una delegazione del governo siriano con l’imam della moschea degli Omayyadi di Damasco, alla prima uscita in un contesto simile. Ci sono figure politiche e istituzionali: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha aperto la tre giorni “Osare la Pace” con un forte discorso contro «la forza come misura delle relazioni internazionali» e il riarmo come unica cifra del nostro tempo. La regina del Belgio ha dato una vibrante testimonianza sulla convivenza. Leone vola alto, ma la politica non lo ascolta L’intuizione di questo cammino di dialogo fu di san Giovanni Paolo II: riunire le religioni per formare un’alleanza contro manipolazioni, violenze e guerra. Profeticamente il papa sentiva che le religioni potevano giocare un ruolo per preservare la pace nel mondo; ma dovevano abbandonare fanatismi, particolarismi e nazionalismi, aiutandosi l’una con l’altra. Quasi 40 anni dopo si può dire che, malgrado tutti i problemi e i loro limiti, i responsabili religiosi hanno fatto la loro parte di lavoro. Le nazioni molto meno. In questi decenni le religioni si sono avvicinate e hanno imparato a confrontarsi e convivere; gli stati si sono allontanati e separati. Multilateralismo e convivenza sono rimaste negli appelli delle religioni; le nazioni preferiscono oggi la retorica bellica e l’isolazionismo. I leader religiosi sono sensibili alla scelta di molte persone di scendere in piazza per protestare contro la guerra in numerosi paesi. Infatti lo scontro tra civiltà (di cui le religioni erano ritenute le maggiori responsabili) non c’è stato. Casomai ci sono state rotture interne alle civiltà stesse, come quella ortodossa con la guerra in Ucraina, la culture war americana o le divisioni interne al mondo musulmano e a quello israeliano. I responsabili religiosi ricordano che Dio non vuole la guerra tra gli uomini, ma la pace: è ciò che è iscritto nel profondo delle varie tradizioni religiose, malgrado le differenze. Dio chiede conto della vita dell’uomo all’uomo, come chiese a Caino: «Dov’è tuo fratello?». Da Gaza all’Ucraina, la diplomazia frastornante di Trump è una Babele Purtroppo assistiamo alla morte di tanti Abele innocenti di questo tempo, è un popolo sterminato di Abele senza colpa di cui non si conoscono nemmeno i nomi. Abele significa soffio: qualcosa che passa senza farsi quasi sentire. Papa Leone XIV chiuderà i tre giorni di riflessioni e dialogo su tanti temi attuali (22 panel) per reagire a questo «tempo della forza», come lo ha definito Andrea Riccardi. Spesso non si osa impegnarsi per la pace perché si pensa che la guerra sia la condizione naturale della storia. Quando una guerra scoppia ingoia tutti i ragionamenti e sembra ci sia sempre stata. Ma osare la pace è credere che quest’ultima sia lo stato naturale dell’uomo e la guerra un’eccezione. In ogni guerra non c’è niente di inevitabile e predeterminato. La pace è certamente difficile: occorre ascoltare, comporre, mediare, dialogare, avere pazienza, capire le differenze, curare le paure, accettare compromessi. Ma la pace si basa anche su un istinto molto umano: la sopravvivenza. Tutti abbiamo questo istinto, talmente forte da far dire a Erasmo da Rotterdam già nel 1517: «Qualsiasi pace ingiusta è quasi sempre preferibile alla più giusta delle guerre. Valuta prima attentamente cosa richiede o comporta una guerra». Può suonare strano alle nostre orecchie, abituate ai discorsi di guerra giusta o pace giusta. Qualcuno potrebbe dire che si tratta di uno sforzo inutile e ingenuo. Ma basta leggere i segni dei tempi per capire che è la guerra a essere davvero inutile: quale conflitto ha risolto i problemi per cui è stato iniziato nel corso di questi ultimi decenni? Solo un cuore disarmato può capire il valore della pace e disarmare i violenti iniziando da sé: questo è il messaggio delle religioni in dialogo a Roma, consapevoli che la pace può diventare contagiosa e attrarre tutti. Non solo Kirk: il populismo Usa affonda le sue radici nella “religione americana”