Le auto vanno al 15 per cento retroattivamente dal 1 agosto. Washington ottiene aperture che la Commissione dovrà garantire con apposite proposte legislative
L’accordo stretto a portata di fotografi in Scozia da Ursula von der Leyen in realtà era fantasma: sono servite settimane e una visita degli europei in blocco alla Casa Bianca perché il tycoon firmasse una dichiarazione congiunta.
Che arriva oggi e che tuttavia «non è la fine, è solo il primo passo», come ha ammesso questa mattina il commissario Ue al Commercio Maroš Šefčovič.
Dunque modello «giapponese», con dazi al 15 per cento, e finalmente – come Berlino spingeva – da applicarsi anche alle auto, che finora nonostante le promesse continuavano a pagare di più. «Si va al 15 retroattivamente dal 1 agosto», spiega Šefčovič. Che conferma anche gli acquisti europei di energia dagli Usa: non solo gas naturale liquefatto ma anche nucleare e combustibili fossili. La Commissione parla anche di acquisit di «AI chips».
Washington ottiene anche «più apertura del mercato europeo» in ambito agricolo, e la Commissione europea farà una serie di proposte legislative per dar seguito alle promesse fatte agli Usa.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen festeggia «sicurezza, prevedibilità e stabilità»; ma come conferma la stessa firma di questo accordo, con Trump le garanzie di sicurezza sono ben poche.
Un punto rimasto fuori dall’intesa riguarda vino, alcolici e birra. «Era uno degli interessi più importanti dell’Unione europea, ma non siamo riusciti a includere questo settore nel regime della "nazione più favorita”», ha ammesso il commissario Ue al Commercio Maroš Šefčovič. Secondo il commissario, tuttavia, «le porte non sono chiuse per sempre» e sia Bruxelles che Washington si sono dette pronte a valutare in futuro l’estensione dell’accordo. «Come Commissione lavoreremo il più duramente possibile per allargare i settori coinvolti, includendo vino e liquori, oltre ad acciaio e alluminio», ha concluso.
Fuori dai negoziati commerciali anche le questioni sul Digital Market Act e Digital Service Act: «Abbiamo preservato l’autonomia normativa europea dall’inizio alla fine». Infine, Šefčovič ha rivendicato il valore economico dell’intesa: «Si tratta di un accordo strategico serio che evita una guerra commerciale e la perdita di quasi cinque milioni di posti di lavoro in Europa, molti dei quali nelle piccole e medie imprese».
La nota di Palazzo Chigi
Per Palazzo Chigi «la dichiarazione congiunta Ue Usa che ha formalizzato oggi l’intesa politica raggiunta lo scorso 27 luglio in Scozia tra la Presidente Von der Leyen e il Presidente Trump fornisce finalmente al mondo imprenditoriale un quadro chiaro del nuovo contesto delle relazioni commerciali transatlantiche. Non si tratta ancora di un punto di arrivo ideale o finale ma alcuni punti fermi importanti sono stati già raggiunti, a partire dall’aver evitato una guerra commerciale e dall'aver posto le basi per relazioni commerciali mutualmente vantaggiose.
Di particolare importanza il carattere onnicomprensivo della tariffa orizzontale del 15%, che include il settore dell’auto e i settori strategici (farmaceutici, semiconduttori, legname) tuttora sotto indagine da parte statunitense, così come l’esenzione per settori quali aereonautica, farmaci generici, principi attivi e precursori chimici.
Il Governo resta impegnato, insieme alla Commissione Europea e agli altri Stati membri UE, per incrementare ulteriormente nei prossimi mesi, come previsto dalla dichiarazione congiunta, i settori merceologici esenti, a partire dal settore agroalimentare.
Particolare impegno sarà allo stesso tempo riservato alla conclusione di un'intesa in tema di acciaio e alluminio, anch'essa prevista nel quadro della dichiarazione congiunta».
© Riproduzione riservata



