I No mask tedeschi, membri del movimento dei Querdenker, dalla settimana scorsa sono attenzionati dai servizi segreti interni, il Verfasschungsschutz.

Non sarà presa in considerazione l’intera organizzazione, ma singoli leader e organizzatori: per categorizzare il rischio che rappresentano per il paese è stata coniata una nuova categoria, che si va ad aggiungere all’estremismo di destra, quello di sinistra e quello islamico, le motivazioni attualmente necessarie per attivare una sorveglianza da parte dei servizi.

Nel dettaglio, si parla di «delegittimazione dello stato di rilevanza costituzionale». Una definizione che non inserisce dunque i Querdenker tra gli estremi di destra nonostante siano state dimostrate diverse infiltrazione da parte di neonazisti. I servizi non escludono però una prossimità e una ricerca di contatti con i Reichsbürger e i Selbstverwalter, due gruppi estremisti che non riconoscono l’esistenza della Repubblica federale e si vedono come cittadini del Reich oppure si dichiarano semplicemente estranei allo stato tedesco.

I Reichsbürger sono spesso vicini ai neonazisti, ma entrambe le categorie vengono già sorvegliate dai servizi.

Per avvalorare la legittimità dell’accusa vengono citati gli atteggiamenti violenti nei confronti dei membri del parlamento e del governo, ma anche verso poliziotti e giornalisti, più volte aggrediti durante le manifestazioni No mask. Già a metà mese il ministro dell’Interno Horst Seehofer aveva evidenziato la sempre maggiore inclinazione alla violenza dei manifestanti. Secondo le autorità le proteste sarebbero spesso soggette a strumentalizzazioni e i partecipanti punterebbero a provocare sempre più spesso momenti di tensione e scontri.

L’ultima prova è arrivata solo pochi giorni fa, il 21 aprile, quando il Bundestag ha approvato la norma che introduce chiusure automatiche al di sopra di una certa incidenza di casi Covid-19: una mossa che serviva al governo federale, e ad Angela Merkel in particolare, per uscire dall’impasse delle interminabili riunioni coi potenti e capricciosi governatori dei Land. Da adesso in poi le chiusure non saranno più materia decisionale delle regioni ma verrà attivata la Notbremse, il “freno d’emergenza”.

Non è ancora chiaro se la misura basterà a dare una svolta definitiva nella gestione della terza ondata della pandemia, ma sicuramente ha scatenato le proteste di ottomila manifestanti che, raccolti in diversi cortei – ad altri quattro era stata addirittura negata l’autorizzazione in quanto avevano annunciato pubblicamente di non aver intenzione di rispettare le misure antipandemiche – hanno raggiunto durante la discussione la zona del Bundestag, per l’occasione presidiata dalle forze dell’ordine con duemila agenti.

Altre tremila persone si sono dirette invece al Castello di Bellevue, residenza del presidente della Repubblica. Entrambe le manifestazioni sono state sciolte già nella prima parte della giornata per il mancato rispetto delle norme anti-Covid, ma i No mask sono rimasti per strada ancora per molte ore. Ci sono stati scontri e le forze dell’ordine hanno utilizzato spray al peperoncino. Un piccolo gruppo di manifestanti è riuscito a introdursi nel Bundestag, molto probabilmente con l’aiuto di deputati del partito di estrema destra Afd, com’era successo già in altre occasioni. Alla fine della giornata erano state arrestate 200 persone.

Ancora una volta l’organizzazione delle manifestazioni e l’opposizione alle norme anti-Covid (che vengono spesso paragonate alle limitazioni del periodo nazionalsocialista) sfruttano i social network, soprattutto canali Telegram pubblicamente accessibili. Da ieri i servizi segreti potranno leggere anche le comunicazioni private di molti oppositori.

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