- Il 41,4 per cento è di gran lunga migliore del 33,9 per cento del 2017, ma anche perché Le Pen ha una consistente avanzata in termini di voti, in parallelo a un forte calo dei suffragi del presidente uscente.
- È in gran parte la borghesia medio-alta a sostenere il “soffitto di vetro” all’apparenza ancora impenetrabile che impedisce ai populisti di conquistare una maggioranza nell’elettorato francese. Zemmour aveva sognato non a caso di sedurre un’ampia fetta di questa platea.
- Macron ha una maggioranza puntuale quando si tratta di riattivare il “fronte repubblicano” in funzione anti-populista, ma è privo di una propria solida base di sostegno ogni volta che l’allarme su un Annibale alle porte svanisce e ci si trova di fronte vai problemi della quotidianità.
Un’eclatante vittoria, come l’ha definita lei stessa nell’allocuzione a caldo alla platea dei fedelissimi, o l’ennesima prova che il cognome Le Pen impedisce a chi lo porta di accedere alla presidenza della Repubblica, come – ancor prima dei tanti avversari – ha chiosato il rivale Éric Zemmour nel primo commento dopo le due settimane di mutismo in cui si era chiuso dopo il deludente 7 per cento raccolto al primo turno? Il risultato ottenuto da Marine Le Pen, al di là degli inevitabili sbilancia



