Mentre in Italia si discute ancora di come organizzare la campagna vaccinale e per ora l’unica certezza è una primula, idea firmata da Stefano Boeri e definita dal Commissario straordinario per l’emergenza, Domenico Arcuri, «un regalo generoso e stupendo» al paese, in Germania, più prosaicamente, gli operai lavorano per trasformare in centri vaccinali palazzetti dello sport, fiere e stadi. Il traguardo, come per tutti i paesi europei, è arrivare pronti all’appuntamento di fine mese quando l’Ema, l’agenzia europea per il farmaco, darà il via libera al vaccino Pfizer-BioNTech.

Da quel momento sarà necessaria l’approvazione definitiva della Commissione, ma secondo gli esperti si tratterà di un passaggio formale, che impiegherà soltanto una giornata. La data di cui si discuteva in questi giorni era il 29 dicembre, ma ieri mattina il tabloid tedesco Bild ha anticipato che il via libera arriverà già il 23 dicembre: una notizia non confermata dall’agenzia, che però non esclude che si possa arrivare all’approvazione anche prima della fine dell’anno.

Le speranze tedesche

Il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, durante la sua ultima conferenza stampa ha spiegato che le vaccinazioni in Germania prenderanno il via due o massimo quattro giorni dopo l’autorizzazione dell’ente, e in ogni caso prima della fine dell’anno. Per capirci, in Italia il commissario Arcuri parlava di cominciare il programma a fine gennaio, mentre il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, aveva promesso le prime dosi addirittura per inizio dicembre, ormai smentito dai fatti. Spahn continua a difendere l’approccio con cui il governo tedesco ha gestito il dossier vaccini: invece di procedere a un’autorizzazione emergenziale come hanno fatto Stati Uniti, Canada e Regno Unito, ha deciso di aspettare il via libera dell’Ema.

Una scelta molto discussa dall’opinione pubbilca, visto che ogni giorno costa nuovi morti per il Covid-19, ma che secondo Spahn era necessaria per guadagnare la fiducia della popolazione. Secondo i piani del governo per arginare in maniera efficace l’epidemia sarà necessario vaccinare tra il 55 e il 65 per cento della popolazione, una percentuale che corrisponde a 46-54 milioni di cittadini. Lo stato ha già prenotato cento milioni di dosi per fronteggiare il fabbisogno calcolato a causa del richiamo. Il ministro prevede che per fine estate 2021 il 60 per cento della popolazione avrà ricevuto il vaccino.

Intanto, è già pronto il magazzino centrale, organizzato dall’esercito, a cui si affiancheranno 26 centri vaccinali stabili e 13 mobili, sempre gestiti dalla Bundeswehr. La struttura dovrebbe garantire 18mila vaccinazioni al giorno. Per ora sono impiegati poco più di cento soldati di supporto ai medici, ma l’esercito sta aspettando le indicazioni dei Land ed è pronto a mobilitarne altri da una riserva di 20mila uomini.

Le competenze

Secondo quanto ricostruito dallo Spiegel, le spese per organizzare il programma saranno ripartite tra lo stato centrale, che pagherà il vaccino, i Land, che organizzeranno i centri di distribuzione e le assicurazioni sanitarie, che contribuiranno soprattutto ai costi per il personale: non saranno impiegati volontari, ma medici retribuiti secondo i contratti nazionali. Per convertire i siti destinati a ospitare il programma i Land, che sono autonomi ma devono attenersi alle indicazioni di Berlino sulla tempistica, si sono rivolti al Technisches Hilfswerk, la protezione civile tedesca. Alcuni Land hanno già scelto l’azienda di spedizioni Dhl come partner per la distribuzione, che dovrà avvenire a temperature molto basse. Un problema in più, tanto che sarà la stessa BioNTech a consegnare le dosi al magazzino centrale.

L’organizzazione

Per quanto riguarda la gestione della somministrazione, il governo ha coinvolto il Bereitschaftsdienst, la guardia medica, che in Germania è gestita da un programma centrale, dotato tra l’altro di un’applicazione tramite la quale già oggi oltre agli interventi d’emergenza si può richiedere il test Covid-19.

La speranza è di aggiungere presto un nuovo pulsante che possa collegare i cittadini direttamente al call center regionale che analizzerà le condizioni di salute di chi chiama e, di conseguenza, deciderà il momento in cui riceverà il vaccino. In più, dovrebbero essere attivati avvisi ad hoc per le categorie più a rischio, come avviene per esempio per gli esami periodici raccomandati dopo un certo limite d’età.

Le autorità hanno più volte ribadito che il vaccino non sarà obbligatorio, ma un recente sondaggio ha rivelato che solo la metà dei tedeschi è pronto a vaccinarsi. Non c’è però da escludere che, ad esempio, possa essere introdotto un divieto d’accesso ai locali pubblici o ad altre realtà della vita sociale per i non vaccinati, una sorta di obbligo fattuale a cui molti guardano con sospetto.

 

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