Il super sunday europeo. I risultati del secondo turno in Romania. A Varsavia il vantaggio al primo turno del filo-europeo Trzaskowski. A Lisbona lo sfiduciato Montenegro vince la scommessa
(in aggiornamento)
Il dato più vistoso del super sunday europeo è il sorpasso europeista del sindaco di Bucarest, Nicușor Dan, sull’ultradestra di George Simion al ballottaggio presidenziale.
Alle urne sono andati anche gli elettori di Polonia e Portogallo. A Varsavia la vera sfida al primo turno delle presidenziali è stata quella tra il filo-europeo Rafal Trzaskowski, sindaco di Varsavia e vicino a Donald Tusk, e il sovranista Karol Nawrocki del Pis, il partito dell'ex premier Mateusz Morawiecki. Gli exit poll assegnano un piccolo vantaggio al primo, ma servirà il secondo turno previsto il primo giugno.
«Questo risultato dimostra quanto dobbiamo essere forti e determinati», ha detto Trzaskowski ai sostenitori allo stadio di Sandomierz, nella parte orientale del Paese. Il voto ha evidenziato l'ascesa dell'estrema destra, con due rappresentanti, il deputato libertario Slawomir Mentzen e l'eurodeputato antisemita Grzegorz Braun, che hanno ottenuto insieme quasi il 22% dei voti. Il voto è decisivo per il futuro del governo centrista e filoeuropeo del primo ministro Donald Tusk, in carica dal 2023. La posta in gioco è alta anche per quanto riguarda il diritto all'aborto e i diritti delle minoranze sessuali. Il candidato nazionalista ha ringraziato i suoi elettori, affermando che una vittoria al secondo turno impedirebbe all'attuale coalizione di "monopolizzare" il potere in Polonia.
Il Portogallo è tornato al voto dopo la caduta del governo di centrodestra di Luis Montenegro, che ha scelto di candidarsi nuovamente per cercare di vincere con margini più ampi e avere una maggioranza più forte in parlamento, dopo essere stato sfiduciato a marzo per un presunto caso di conflitti di interessi. L’operazione sembra essere riuscita: si va verso la conferma della coalizione di centrodestra, Alleanza democratica. Ma la novità più clamorosa è che il partito di estrema destra, Chega, contende il secondo posto al Partito socialista, entrambi intorno al 23%.
Intanto il segretario socialista Pedro Nuno Santos ha presentato le dimissioni. Nel suo discorso di questa notte, il leader socialista ha ringraziato i militanti per il sostegno, ma ha riconosciuto la sconfitta. Dopo aver detto che il Partito socialista non dovrebbe appoggiare il nuovo governo, perché «Montenegro non è idoneo a governare neanche dopo queste elezioni e ha presentato un programma che va contro i principi e i valori del Ps», il segretario ha dichiarato che chiederà elezioni interne al partito e che lui non sarà candidato alla segreteria. «L'estrema destra è cresciuta ed è diventata più aggressiva e menzognera. Bisognerà combatterla», ha detto ancora Pedro Nuno Santos.
Montenegro, che ha vinto le elezioni con il 32,7 per cento dei voti, ha invece dichiarato: «I portoghesi hanno confermato senza alcun equivoco la loro fiducia nel governo. Il popolo ha parlato ed ha esercitato il suo potere sovrano».
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