Reagite, ragazzi e ragazze europei, siete voi, per non finire bolliti, a dovervi ribellare, spingendo gli stati Ue pronti a farlo – partendo magari dal nucleo forte dei fondatori – verso l'unione sempre più stretta
La Ue affronta difficoltà enormi, purtroppo senza la coesione necessaria a sfruttare le crisi per avanzare, così smentendo Jean Monnet. Assetti istituzionali superati la chiudono come una crisalide il cui guscio, irrigidito, le impedisce di mutarsi in farfalla. Dall'ingresso del Regno Unito nella Ue è via via cresciuto il ruolo del Consiglio europeo, dove ognuno difende puntiglioso – col diritto di veto – quel che spaccia come interesse nazionale ai cittadini. Dopo la Brexit la Ue deve tornare alla collegialità ma il momento magico ora è svanito. Chi voleva uscire dalla Ue è al governo, non solo in Italia.
Vive con angoscia tale fase chi s'entusiasmò quando i sei stati fondatori posero le basi dell'attuale Ue e gioì dei suoi progressi. Quanto ci servirebbe la Comunità europea di difesa, bocciata nel 1954 dalla Francia, ora che droni, aerei, missili portano morte ai confini della Ue. Tutti i suoi stati membri, nessuno escluso, hanno una taglia politica, economica, militare che li mette alla mercé di giganti come Usa e Cina. Non serve ripercorrere i numerosi rapporti, di Mario Draghi, Enrico Letta e altri prima di loro, che lo testimoniano.
Difendere l’Europa
La Ue è la più ardita costruzione politica della storia moderna, figlia della tragedia dei nazionalismi, per secoli sfociati nelle guerre; queste han convinto l'Europa della necessità di discutere, obbligandosi a convergere su un comune interesse, anziché litigare per proteggere i propri (supposti) interessi.
Tali delicati equilibri sono scossi da forze nazionalistiche, non avversate da una presidente di Commissione pronta, per essere rieletta, a ogni compromesso; essa dà perciò ampio spazio a forze che furono, e sempre saranno, contrarie alle grandi mete dell'Unione. Ora queste hanno il vento nelle vele e non devono fare altro, per conseguire i loro fini, che usare il potere di veto in Consiglio, impedendo di mutare lo status quo.
Il ricordo dei trent'anni di guerra civile europea, e delle due guerre mondiali che li delimitano, sta sfumando nella memoria; ai giovani europei appena ammessi al voto pare una remota pagina di storia, troppo flebile arriva il suo terribile messaggio. Eppure a difendere la Ue dovranno essere per primi loro, le generazioni Erasmus (un programma, va ricordato, della Ue), per cui è normale spostarsi in Europa, ignari di dogane e cambiavalute, spazzati via proprio dalla Ue.
Se è permesso un ricordo personale, alla dogana di Courmayeur negli anni '60 mi respinsero una volta i carabinieri, un'altra la dogana francese, entrambi forti di divieti che ora parrebbero lunari. Cari ragazze e ragazzi, la destra anti-europea vuole ricacciarvi indietro, verso un passato idealizzato che non è mai esistito, irto di conflitti nazionalistici dietro i quali la storia manda sempre avanti le guerre con le loro morti tragiche ed inutili.
Illusione Meloni
L'Europa in ottant'anni è divenuta un'isola in cui i contrasti si risolvono dialogando, ma se quest'assetto non evolve crollerà sotto il peso della mutata realtà. Entreranno nella Ue nuovi stati, le sue istituzioni vanno rivoluzionate per evitare la paralisi, ma i suoi nemici vorranno bloccare tutto.
Come ha qui scritto Innocenzo Cipolletta, il parlamento europeo deve uscire dalla minorità cui lo condanna l'attuale assetto e reclamare i diritti della sola istituzione Ue votata direttamente dai cittadini, forzando Commissione e Consiglio ai mutamenti istituzionali indispensabili per riprendere l'integrazione; chi è pronto a condividere sovranità costruisca la vera Unione.
Giorgia Meloni ha fatto tornare Cecilia Sala volando, come i feudatari, a casa di Donald Trump, che la loda per aver preso d'assalto (taken by storm) la Ue. Gratificata, lei non fa un plissé, tradendo lo storico interesse nazionale. Il suo amico Elon Musk attacca la Ue, ma risparmia, chissà perché, Cina e Russia. Meloni non vuol mediare fra Usa e Ue, ma fermare la seconda!
La rana, messa in una pentola sul fuoco, prima gode il tepore dell'acqua, ma quando vorrebbe saltar fuori è troppo tardi. Reagite, ragazzi e ragazze europei, siete voi, per non finire bolliti, a dovervi ribellare, spingendo gli stati Ue pronti a farlo – partendo magari dal nucleo forte dei fondatori – verso l'unione sempre più stretta. Alla fine la Germania ci sarà, non la Francia se Marine Le Pen conterà. Stia attento il nostro miope establishment a coccolare Meloni: giunta al bivio fatale, prevarrà la sua natura, come quella dello scorpione sul dorso di un'altra rana che, fidando nella razionalità, lo traghettava sul fiume.
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