La presidente supera senza fatica il voto. I meloniani scelgono di non partecipare, la maggioranza tradizionale si ricostituisce votando contro la censura (contrari popolari, socialisti, liberali e verdi), i Patrioti come la Lega votano a favore
Come previsto, non passa la mozione di censura contro la Commissione europea. Ursula von der Leyen resta salda sulla sua poltrona, e anche il collegio dei commissari: l’iniziativa si sarebbe rivolta al collegio nella sua interezza.
Con 553 votanti, si registrano 360 voti contrari, 175 voti a favore e 18 astensioni. Per poter passare, la mozione avrebbe dovuto raccogliere i due terzi a favore. L’iniziativa era stata lanciata dall’eurodeputato romeno Gheorghe Piperea (estrema destra di Aur, che in Europarlamento siede nei Conservatori come Fratelli d’Italia) e aveva superato le settanta firme ottenendo così la calendarizzazione in plenaria. Tra i firmatari sostenitori, il Pis, gli ultraconservatori polacchi anch’essi membri di Ecr, incluso il co-capogruppo polacco dei Conservatori.
Nel testo si contesta sia l’opacità di Ursula von der Leyen nella gestione dei contratti sui vaccini (con riferimento al caso sms stigmatizzato anche dalla Corte di giustizia Ue), sia il fatto che l’Europarlamento sia stato scavalcato sul riarmo, ma c’è pure un paragrafo in cui si accusa la Commissione di ingerenze nelle ultime elezioni romene e tedesche.
Chi ha votato, e come
A favore della censura della Commissione si è espresso un pezzo dei Conservatori europei (i romeni, i polacchi, e anche altri come Marion Maréchal), i Patrioti per l’Europa (gruppo del quale fanno parte Rassemblement National, Lega, Fidesz e altri pezzi di estrema destra europea), Esn (il gruppo creato da AfD) e un pezzo di Sinistra europea, inclusi i 5 Stelle.
Contrari alla mozione anti-von der Leyen sono invece: i Popolari europei (famiglia politica della presidente), tre conservatori, liberali (Renew), socialdemocratici e verdi europei.
Astenuti nomi sparsi dai vari schieramenti. Vi sono inoltre eurodeputati che hanno scelto di non partecipare alla votazione e i cui nomi quindi non risultano nel registro dei voti nominali.
Un pezzo dei conservatori, guidato dai meloniani che si erano detti contrari alla mozione, ha rivendicato la scelta di non partecipare al voto (dunque risulta assente): la mossa è stata dichiarata dai capidelegazione di Fratelli d’Italia e di altre sei delegazioni.
Buona parte della sinistra europea è tra le file di chi non ha preso parte al voto.
Gli eurodeputati eletti con Avs (Alleanza verdi e sinistra) per scelta non hanno partecipato alla votazione.
Anche altri eurodeputati hanno fatto sapere di non aver partecipato. In area dem, tra coloro che hanno rivendicato l’operazione di non voto, Cecilia Strada e Marco Tarquinio.
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