La furba Meloni, non potendo far la guerra alla Ue, dei cui denari ha disperato bisogno, gira il mondo ostentando sorellanza con von der Leyen, in cerca di sostegni dopo le elezioni. Non attacca l’unione ma può impedirle indispensabili progressi politici sui temi dove si fermerà per poi disintegrarsi, o divenire irrilevante
La tesi è chiara, grazie a Giorgia Meloni il contrasto europeisti-euroscettici si stempera; la premier è ragionevole, atlantista, collabora con Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue. Come scrive qui (18 Marzo) Lorenzo Castellani, la Ue sarebbe «in una fase di forze ibride e di integrazione selettiva. È il trionfo della prassi sulla teoria». Tale quieta accettazione dello status quo sembra invece il trionfo del vecchio e della paura, sul nuovo e sul coraggio; in Europa i sodali di



