Europa

Il primo no di Mosca al piano italiano di pace era prevedibile

Russian President Vladimir Putin listens to Belarusian President Alexander Lukashenko during their meeting at the Bocharov Ruchei residence in the Black Sea resort of Sochi, Russia, Monday, May 23, 2022. (Ramil Sitdikov, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP)
Russian President Vladimir Putin listens to Belarusian President Alexander Lukashenko during their meeting at the Bocharov Ruchei residence in the Black Sea resort of Sochi, Russia, Monday, May 23, 2022. (Ramil Sitdikov, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP)
  • Il no di Mosca sulla Crimea era nelle cose: non si può iniziare dalle rivendicazioni territoriali. L’irrigidirsi fa parte della strategia negoziale e non tutto è perduto.
  • L’Italia deve proseguire il suo lavoro di pace confidenzialmente e non sui media. Ciò che avviene in pubblico è tattica o un modo di parlare alla propria parte. Mosca non può mettere in discussione la Crimea.
  • Sarebbe saggio iniziare da cessate il fuoco limitati su base umanitaria. Tali cessate il fuoco limitati si connettono con il diritto umanitario che entrambe le parte riconoscono e che preconizza la salvaguardia delle condizioni di vivibilità delle aree in conflitto.

Non si deve disperare per il primo no di Mosca al piano di pace italiano: l’irrigidirsi fa parte della strategia negoziale e non tutto è perduto. Anzi: c’era da spettarsi una reazione pubblica di questo tipo alla proposta, anch’essa resa pubblica perché uscita sui media. Diverso è ciò che avviene tra cancellerie al riparo dagli sguardi dell’opinione. Infatti una trattativa inizia quasi sempre in maniera riservata e ciò che avviene in pubblico è tattica o un modo di parlare alla propria parte

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