il «modello ungherese» e le piazze in rivolta

Orbán vieta il dissenso ma scatena la protesta del mondo della scuola

(Le proteste nella capitale ungherese il 5 ottobre. Foto Euronews)
(Le proteste nella capitale ungherese il 5 ottobre. Foto Euronews)
  • Nella memoria collettiva dei budapestini, una marea umana come quella che ha riempito strade e ponti della città mercoledì scorso non la si vedeva da almeno quattro anni. Dopo aver preso di mira i media e l’accademia, il premier ungherese ha puntato anche all’ultima linea di resistenza sociale e culturale, e cioè il corpo insegnanti, il mondo della scuola.
  • Nell’Ungheria di Viktor Orbán, il ministero dell’istruzione neppure esiste: il sistema educativo risponde al ministero dell’Interno. Ai poliziotti è stata aumentata la paga di recente, un docente invece è fermo ai suoi 500 euro medi netti al mese. Quest’anno il premier ha fatto smantellare pure il diritto di sciopero: chi protesta viene epurato dal sistema.
  • Ma il piano di Orbán per trasformare l’Ungheria in un sistema a sua immagine trova ancora resistenze. Le trova proprio lì, nella scuola, ultimo drappello di resistenza, tra gli insegnanti, le famiglie e i tantissimi giovani, che senza alcun cappello partitico si sono organizzati per protestare in varie località ungheresi. 

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