- Nella memoria collettiva dei budapestini, una marea umana come quella che ha riempito strade e ponti della città mercoledì scorso non la si vedeva da almeno quattro anni. Dopo aver preso di mira i media e l’accademia, il premier ungherese ha puntato anche all’ultima linea di resistenza sociale e culturale, e cioè il corpo insegnanti, il mondo della scuola.
- Nell’Ungheria di Viktor Orbán, il ministero dell’istruzione neppure esiste: il sistema educativo risponde al ministero dell’Interno. Ai poliziotti è stata aumentata la paga di recente, un docente invece è fermo ai suoi 500 euro medi netti al mese. Quest’anno il premier ha fatto smantellare pure il diritto di sciopero: chi protesta viene epurato dal sistema.
- Ma il piano di Orbán per trasformare l’Ungheria in un sistema a sua immagine trova ancora resistenze. Le trova proprio lì, nella scuola, ultimo drappello di resistenza, tra gli insegnanti, le famiglie e i tantissimi giovani, che senza alcun cappello partitico si sono organizzati per protestare in varie località ungheresi.
Orbán vieta il dissenso ma scatena la protesta del mondo della scuola
06 ottobre 2022 • 17:06Aggiornato, 06 ottobre 2022 • 19:21