Il Ppe s’è destra: sui Paesi sicuri patto sovranista

Sui temi migratori in Europa si è consolidata una nuova maggioranza. Il parlamento Ue ha votato il primo sì ai due regolamenti sui “paesi di origine sicuri” e sui “paesi terzi sicuri”. Il primo propone di stilare una lista comune di paesi di origine considerati sicuri: provenire da uno stato in quell’elenco significa poter essere sottoposto alle procedure accelerate di frontiera. Quindi avere una buona possibilità che la propria domanda di protezione internazionale venga rigettata perché la situazione del paese dovrebbe presumere che le richieste non siano fondate. Con il secondo concetto, invece, si delega a uno stato terzo, considerato sicuro, la responsabilità di valutare le domande. In base al nuovo testo una persona potrebbe essere trasferita in un paese con cui non ha alcun collegamento. Con 396 voti a favore, 202 contrari, 56 astenuti sul primo e 384 a favore, 237 contrari, 31 astenuti, sul secondo, il Ppe e le destre hanno approvato il mandato negoziale della commissione Libe, mentre i socialisti si sono schierati contro quella che considerano la fine del diritto di asilo. Un’intesa che preoccupa anche Save The Children: «Procedure accelerate e criteri standardizzati rischiano di negare ai minori il diritto a una valutazione individuale e al rispetto del loro superiore interesse, aprendo la strada a respingimenti illegali e alla violazione dei diritti fondamentali». Dopo l’accordo raggiunto a maggioranza qualificata tra i ministri dell’Interno l’8 dicembre, è stato il turno della plenaria. Il messaggio è fare in fretta, visti i tempi con cui si è dato avvio ai triloghi tra Parlamento, Consiglio e Commissione, iniziati mercoledì pomeriggio. E, quindi, ancora prima dell’entrata in vigore a giugno del Patto migrazione e asilo, l’Ue che vira a destra cerca di restringere sempre di più diritti e garanzie, e arrivare il prima possibile all’approvazione definitiva. Strada (Pd): «Il patto con Tirana è un fallimento. L’Ue è ricattabile» Ipocrisia europea «Il partito popolare», commenta Cecilia Strada, eurodeputata del Pd che ha seguito i lavori in commissione, «sta scrivendo le leggi con l’estrema destra, e il risultato sono questi testi vergognosi e molto ipocriti», aggiunge. Strada si riferisce ai paesi considerati sicuri – tra questi Kosovo, Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Marocco e Tunisia – gli stessi nei confronti dei quali l’assemblea ha approvato risoluzioni per denunciare le violazioni dei diritti. Mercoledì pomeriggio la plenaria ha discusso la crisi della democrazia in Georgia, denunciando leggi repressive, attacchi alla libertà di espressione e di stampa e la repressione di proteste pacifiche. Eppure, nel frattempo, si designa la Georgia come paese sicuro. Basti pensare che lo stesso parlamento ha assegnato il premio Sacharov 2025 alla giornalista georgiana Mzia Amaglobeli, detenuta nel paese, che nel suo discorso ha parlato di «un regime spietato». Così la Tunisia: «Meno di un mese fa abbiamo votato una risoluzione condannando la drammatica situazione dei diritti umani», fa notare Strada. Il piano Ue per i rimpatri, più detenzione e meno diritti: «Return hub diversi dai centri in Albania» Mercoledì alla Camera la premier Meloni ha elogiato le «soluzioni innovative nella gestione del fenomeno migratorio», sostenendo che l’Italia ha fatto da «apripista». Proprio su questo verte la lettera firmata dai ministri Tajani e Piantedosi, con altri 18 paesi membri, e inviata alla Commissione per chiedere «lo sviluppo di nuove soluzioni e partenariati innovativi nel campo del contrasto al traffico di migranti e alle migrazioni irregolari». Perché uno stato dovrebbe accettare di cooperare? Secondo Strada, «l’unico motivo per cui un paese terzo accetterebbe richiedenti asilo è per soldi. Stiamo quindi legalizzando un mercato globale per la vendita di esseri umani». Un modo, conclude, per dare a questi stati, «magari illiberali», «un grande potere di ricatto nei nostri confronti». Tunisia, il prezzo della frontiera: così i soldi italiani ed europei finanziano la repressione di Saied