Una lobbista tenta di conquistare il circolo del Pd di Bruxelles, che conta oltre quattrocento iscritti ed è l’avamposto del partito in Ue: tra i militanti, assieme ai giovani italiani arrivati nella capitale belga per gli stage o in cerca di opportunità di lavoro, ci sono anche funzionari, capi di gabinetto, portavoce.

Come circolo all’estero, questo, coi suoi rapporti diretti con gli eletti Pd in Ue, è quello più vicino alla politica europea con tutte le sue conseguenze per l’Italia. La segretaria uscente è Ilaria Maselli, senior economist per l’Europa al Conference Board.

Si sfidano per la leadership Pierluigi Boda, funzionario Ue che è di stanza al gabinetto del presidente del Comitato europeo delle regioni, e Annamaria Abbafati, che lavora per Must & Partners. Sia questa società, che Abbafati personalmente, sono nel Registro dei rappresentanti di interessi delle istituzioni europee. Questo registro per la trasparenza serve a tracciare «le organizzazioni che cercano di influenzare il processo legislativo e di attuazione delle politiche delle istituzioni europee».

Il registro «mette in evidenza quali sono gli interessi perseguiti, chi li persegue e con quali risorse, e in questo modo rende possibile il controllo pubblico, offrendo ai cittadini e ad altri gruppi di interesse la possibilità di monitorare le attività dei lobbisti».

Dunque dal registro dei lobbisti stesso si può accertare che tra i clienti di Must ci sono Amazon, Google, Philip Morris, Atlantia… Lo scopo di Must è «assistere i suoi clienti attraverso l’elaborazione decisionale delle istituzioni Ue e offrir loro l’opportunità di essere ascoltati a livello europeo così da poter influenzare le regole del gioco», aiutare con le pubbliche relazioni le aziende a «accreditarsi come partner di rilievo a Bruxelles», creare opportunità di discussione «tra business e istituzioni».

Abbafati, che si è laureata con una tesi su “Lobbying e politiche pubbliche”, è tra i lobbisti accreditati dalla società di consulenza per l’accesso all’Europarlamento, figura sul sito della società tra i sei del team di Must, è lì «dal 2018 e gestisce il dossier digitale».

Interpellata, lei si definisce «una libera professionista». Di quali settori di politiche europee dice di occuparsi, per Must? «La proposta sull’identità digitale europea, la tassonomia, Schengen...».

«Inappropriate ingerenze»

Il congresso e quindi la elezione a segretario si concluderà questa sera; doveva essere il 16 novembre ma è stato rinviato proprio per i problemi in corso. Problemi che nel tentativo di tenere insieme la squadra sono riassunti con: «Ristabilimento della fiducia reciproca». Così la chiama la commissione di garanzia in una delibera di novembre.

Si legge anche che «avendo avuto notizia di fatti idonei a viziare la normale dialettica congressuale e la formazione del libero consenso per uno dei candidati, o a configurarsi come inappropriate ingerenze, richiama i candidati alla massima cautela per quanto riguarda potenziali conflitti di interesse e a attenersi al codice etico».All’assemblea di circolo alcuni iscritti hanno sollevato il tema del lavoro di Abbafati presso Must. Abbafati replica di lavorare anche per l’università La Sapienza a progetti di inclusione dei rifugiati e mobilità dei dottorandi.

Il codice etico del Pd dice che gli iscritti si impegnano a «rinunciare o astenersi dall’assumere incarichi o decisioni qualora possa configurarsi un conflitto di interessi». Il problema si pone «se qualcuno lo solleva» al comitato di garanzia, dice Luciano Vecchi, responsabile del dipartimento Italiani nel mondo del Pd.

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