Il Comitato europeo delle regioni sostiene il rafforzamento delle capacità di difesa europee, ma non a scapito della stabilità interna. La vera prima linea dell'Europa non è solo ai suoi confini, ma anche nelle sue città e regioni. I governi locali devono affrontare rapidi cambiamenti demografici, transizioni economiche, garantire che i servizi essenziali (dalla sanità alla scuola) rimangano accessibili
La politica di coesione dell'Ue, spesso considerata solo uno strumento economico, è in realtà una politica di sicurezza. Fornisce l'impalcatura che impedisce il collasso della società, garantendo che le regioni rimangano forti e in grado di adattarsi di fronte alle turbolenze. Tuttavia, ancora una volta, i fondi di coesione sono visti come una facile fonte da cui riallocare fondi, questa volta per finanziare le ambizioni di difesa dell'Ue attraverso il piano ReArm Europe. Si tratta di un cammino pericoloso.
Governance e stabilità
Viviamo in un'epoca di profonda incertezza. Guerre, instabilità economica e divisioni politiche stanno mettendo alla prova la nostra resilienza. Come può l'Europa garantire la stabilità in quest'era di crescente entropia, cioè di disordine? La risposta non sta nelle reazioni d'impulso ma in una visione strategica che stabilizza il sistema riducendo l'incertezza. Questa è l'essenza dell'arte di governare: non limitarsi a rispondere alle crisi, ma definire preventivamente le condizioni che impediscono il collasso. Il Comitato europeo delle regioni, che ho l'onore di presiedere, incarna questo principio: le città e le regioni, in quanto livello di governance più vicino ai cittadini, sono elementi fondamentali di stabilità per l'Europa.
La guerra in Ucraina scatenata dall'invasione russa sottolinea una verità fondamentale: la sicurezza non riguarda solo le armi e le frontiere, ma anche altre dimensioni come la stabilità economica, la coesione sociale e la sicurezza energetica. Sicurezza significa avere un lavoro, una casa, energia a prezzi accessibili, aria pulita, acqua potabile e un futuro per i nostri figli. Una società veramente sicura riconosce che l'instabilità in una dimensione può diffondersi rapidamente alle altre.Spostare le risorse senza rafforzare il sistema amplificherà l'instabilità. Indebolire la coesione non è solo un errore economico: è un errore strategico fondamentale che mina la sicurezza a lungo termine dell'Europa.
Guardiamo al patrimonio architettonico italiano. Le grandi cupole dell'antica Roma si ergono non grazie a un singolo elemento, ma al preciso equilibrio delle forze all'interno delle loro strutture. Basta rimuovere o indebolire una parte e l'intero sistema collassa. Allo stesso modo, un'Europa militarmente forte ma economicamente e socialmente fragile è instabile quanto una struttura costruita su basi deboli. Se riassegnassimo i fondi di coesione senza rafforzarli, svuoteremo il sistema stesso che stiamo cercando di proteggere.
La prima linea d’Europa
Il Comitato europeo delle regioni sostiene il rafforzamento delle capacità di difesa europee, ma non a scapito della stabilità interna dell'Europa. Ciò richiede anzitutto nuove risorse dell'Ue, non la cannibalizzazione degli investimenti regionali esistenti. Inoltre, bisogna mobilitare capitale pubblico-privato: la Banca europea per gli investimenti deve svolgere un ruolo centrale nell'incoraggiare gli investimenti sia per la difesa che per la resilienza della società. Serve anche maggiore coinvolgimento a livello locale: le città e le regioni sono responsabili della pianificazione e delle infrastrutture che hanno un impatto diretto sulla sicurezza, ma sono spesso escluse dalle discussioni strategiche. A tale riguardo, non si dovrebbe replicare il modello del dispositivo per la ripresa e la resilienza, che ha ampiamente escluso regioni e città dal processo decisionale.
La vera prima linea dell'Europa non è solo ai suoi confini, ma anche nelle sue città e regioni, dove si combatte la battaglia quotidiana per la stabilità e la resilienza. I governi locali devono affrontare rapidi cambiamenti demografici, transizioni economiche e le pressioni di una popolazione che invecchia. Devono garantire che i servizi essenziali (assistenza sanitaria, istruzione e assistenza sociale) rimangano accessibili e sostenibili.
Allo stesso tempo, hanno l'urgente compito di trattenere lavoratori qualificati, rendere gli alloggi accessibili, migliorare i trasporti pubblici e salvaguardare risorse vitali come l'acqua e l'aria pulite. Un'Europa che trascura le sue città e regioni non rischia solo uno sviluppo disomogeneo, ma anche l'instabilità sistemica. Se non lo riconosciamo, rischiamo un futuro in cui i nostri confini sono difesi, ma la nostra Unione è svuotata dall'interno, cadendo non vittima dell'invasione esterna, ma all'entropia interna. La sopravvivenza dell'Europa dipende dalla coesione. Un'Europa coesa non è solo un'Europa più forte, è l'unica Europa che può resistere.
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