La procura della Repubblica di Milano ha notificato la conclusione delle indagini preliminari nei confronti dell’amministratore delegato di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, e dell’azionista di maggioranza dell’azienda francese, Vincent Bolloré. Le indagini sono state avviate nel dicembre 2016 su denuncia del gruppo Mediaset e vedono i due manager incriminati per le ipotesi di reato di «manipolazione del mercato», che prevede una pena da uno a sei anni di reclusione, e «ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza», per cui sono previste, in caso di condanna, pene tra i due e gli otto anni.  Secondo Mediaset, la società francese non avrebbe rispettato gli accordi del contratto d’acquisto di Mediaset Premium. Una mancanza per cui l’azienda italiana chiede ora tre miliardi di euro di risarcimento.

Lo scontro Mediaset e Vivendi

L’azione legale della procura in un contesto teso tra l’azienda francese e quella italiana in cui è intervenuto anche il parlamento approvando la cosiddetta legge Salva-Mediaset che vieta la cessione di aziende editoriali e di telecomunicazioni italiane a soggetti esteri impedendo così la scalata di Vivendi a Mediaset già in precedenza bloccata dall’Agcom. La nuova norma era stata approvata dopo che la Corte di giustizia europea ha bocciato e dichiarato «contraria ai principi comunitari» la legge Gasparri, in base a cui l’Agcom aveva agito. 

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