La corte suprema del Regno Unito ha dichiarato che il governo scozzese non ha l'autorità legale per tenere un referendum sull'indipendenza della Scozia senza l'accordo con Londra.

Nella sentenza, riportata dalla Bbc, il presidente della corte, Lord Reed, ha spiegato che le leggi che hanno dato vita al parlamento scozzese nel 1999 non assegnano all'assemblea il potere di legiferare su questioni costituzionali, compresa l'unione tra Scozia e Inghilterra.

La corte ha respinto anche la tesi del governo scozzese, che sosteneva che qualsiasi referendum sarebbe soltanto «consultivo» e non avrebbe alcun effetto sull'unione. Per la corte, il disegno di legge sul referendum proposto dal governo scozzese riguarda una questione riservata al parlamento del Regno Unito e in assenza di un accordo tra i due governi il parlamento scozzese non ha il potere di legiferare per un referendum. 

Il segretario di Stato per la Scozia di Londra Alister Jack ha accolto con favore il pronunciamento della corte e ha auspicato che il governo scozzese metta da parte l’aspirazione all’indipendenza: «Gli scozzesi vogliono che i loro due governi concentrino la loro attenzione e le risorse sulle questioni che stanno loro più a cuore». 

Le parole di Sturgeon

La first minister del governo locale scozzese e leader degli indipendentisti dell'Snp, Nicola Sturgeon, si è detta «delusa» dal verdetto. Ha tuttavia aggiunto di «rispettare» il responso dei giudici, i quali «non fanno le leggi» ma si sono limitati a «interpretare» quella esistente, che però «non è coerente con la democrazia». «Il verdetto di oggi blocca una strada affinché la Scozia possa fare sentire democraticamente la sua voce sull'indipendenza, ma la democrazia non può e non sarà tacitata» ha aggiunto. 

Secondo la leader scozzese, la corte non si è pronunciata sul fatto che esista un mandato democratico per tenere un referendum. Per Sturgeon, il fatto che esista un mandato è «innegabile». 

Il referendum che la corte ha negato sarebbe stato il secondo dopo quello che si è tenuto il 18 settembre del 2014, dove il “no” all’indipendenza ha vinto con il 55 per cento dei consensi. Per il governo scozzese, che aveva proposto la consultazione, si trattava di «un’opportunità di cambiare strada e di scegliere una strada nuova e migliore per la nostra nazione che capita una volta in una generazione». Il secondo referendum era stato proposto da Sturgeon lo scorso 28 giugno e si sarebbe dovuto tenere il 19 ottobre 2023 con la domanda «La Scozia dovrebbe essere un paese indipendente?»

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