LA SENTENZA DELLA CORTE UE

Ursula von der Leyen ha finito gli alibi sullo stato di diritto

(I premier ungherese e polacco. Foto AP)
(I premier ungherese e polacco. Foto AP)
  • Per evitare i vincoli tra erogazione dei fondi Ue e rispetto della rule of law, Budapest e Varsavia avevano fatto ricorso alla Corte. Che però con la sentenza odierna dà loro torto.
  • Ora von der Leyen non ha altri pretesti per rimanere inerte davanti alle violazioni dello stato di diritto. Eppure prende ancora tempo, con irritazione degli eurodeputati: «Avete presente il film Don’t look up? C’è un asteroide che si dirige verso la terra, ma la Commissione ripete: “Valuteremo la cosa”», dice l’ungherese Cseh, oppositrice di Orbán.
  • Come mai von der Leyen tergiversa? Storia di accordi politici e di un’eredità ingombrante, quella di Angela Merkel, che a più riprese ha spalleggiato Polonia e Ungheria sul meccanismo di condizionalità. 

«Avete presente il film Don’t look up?», dice l’eurodeputata ungherese Katalin Cseh, oppositrice di Viktor Orbán. «C’è un asteroide che si dirige verso la terra, ma i leader politici non fanno che ripetere: “Valuteremo la cosa”. Questo è ciò che sta facendo la Commissione europea. L’asteroide è la crisi dello stato di diritto nell’Unione europea e Bruxelles che fa? Sta ad aspettare». Oggi la Corte di giustizia dell’Unione europea ha tolto a Ursula von der Leyen anche l’ultimo alibi che le era r

Per continuare a leggere questo articolo