Domenica 28 marzo Matteo Renzi era in Bahrein per assistere alla prima gara del campionato mondiale di Formula 1. La sua foto, pubblicata su Twitter, che lo ritraeva insieme al presidente della Federazione internazionale dell’automobile (Fia), Jean Todt, e al principe ereditario Salman ben Hamad al Khalifa ha fatto il giro del mondo. E ha scatenato le inevitabili polemiche. Renzi ha risposto attraverso il suo ufficio stampa («i viaggi di Renzi riguardano Renzi e non costano un centesimo al contribuente») ma si è dimenticato di un particolare.

Sul sito della gara, nella sezione in cui sono inseriti i dettagli dell’evento e le modalità di accesso, si spiega chiaramente che «only vaccinated or Covid recovered personnel can attend the 2021 Formula 1 Gulf Air Bahrain Grand Prix». Solo chi è vaccinato o guarito dal Covid poteva assistere alla gara. La domanda è quindi obbligatoria: in quali delle due categorie rientrava l’ex premier? Forse il senatore si è già vaccinato?

L’ufficio stampa di Renzi dice che «per partecipare al gran premio come pubblico occorreva essere vaccinati o guariti dal Covid, ma gli invitati degli organizzatori, come gli addetti ai lavori, dovevano presentare semplicemente il tampone negativo, che il senatore ha fatto il 27 marzo in Bahrain». Sul sito ufficiale della Formula 1 non vi è traccia dell’esistenza di un regime speciale per invitati e addetti ai lavori. Nemmeno l’ufficio stampa dell’ex premier è stato in grado di mostrare una documentazione che provi questa disparità di trattamento. La Bahrein Motor Federation al momento non ha risposto alle nostre domande.

Il dubbio resta, anche se lo staff del leader di Italia viva ribadisce e assicura che «il senatore non è ancora vaccinato, come prevedono le procedure sanitarie in vigore nel nostro paese». Secondo fonti vicine a Renzi l’ex premier avrebbe potuto vaccinarsi in Toscana come docente della filiale locale della Stanford University ma ha preferito non farlo e aspettare il suo turno così da evitare polemiche. Renzi avrebbe rifiutato la somministrazione anche lo scorso 7 marzo quando si è recato a Dubai insieme al suo amico, l’impreditore Marco Carrai, che invece si sarebbe vaccinato proprio quell’occasione. Tutto questo, però, non gli ha evitato di finire sotto accusa per i suoi viaggi. Soprattutto in un momento in cui migliaia di cittadini si preparano a celebrare la Pasqua con la prospettiva di rimanere in casa o di muoversi solo con autocertificazioni e giustificati motivi. Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri solleva anche un’altra questione. Oggi l’ex premier ha annunciato che sarà in aula per votare il Family Act: «Renzi in aula dopo il Bahrein? Mi pare presto. Faccia la quarantena».

In realtà, in una lettera di chiarimenti al parlamento datata 27 ottobre 2020, il direttore della prevenzione del ministero della Sanità Giovanni Rezza aveva spiegato che deputati e senatori non dovevano sottoporsi a quarantena una volta rientrati in Italia per proseguire il proprio mandato. Una regola che vale qualsiasi sia il motivo del loro viaggio fuori dai confini nazionali. Nel frattempo, in attesa di documenti ufficiali che al momento non ci sono, l’unica fonte che garantisce che l’ex premier non è stato vaccinato resta il suo staff.

I precedenti

Ma se anche così non fosse Renzi sarebbe in buona compagnia. Le testate internazionali lo chiamano “turismo vaccinale dei ricchi”. Il Financial Times parla di wealthy vaccine tourists citando il caso di Claudio Descalzi e «di altri dirigenti della compagnia energetica Eni, ai quali è stata offerta la inoculazione di una fiala BioNTech-Pfizer». L’azienda ha spiegato che la vaccinazione si è resa necessaria per «business purposes», questioni legate al proprio lavoro.

In molti, comunque, arrivano con i propri jet privati apposta per farsi vaccinare. Succede ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, dove negli ultimi mesi – come ha rivelato l’inchiesta del FT – «magnati e politici vanno proprio perché “amici altolocati” li aiutano ad avere un accesso rapido alla vaccinazione».

Il finanziere britannico Ben Goldsmith, consulente del governo britannico, è tra i vaccinati «rapidi». In realtà in alcuni casi non serve neppure volare troppo lontano, per avere una corsia preferenziale. Anche in paesi europei sono scoppiati scandali per le file saltate dai “potenti” di turno. All’ospedale americano di Parigi il personale sanitario era ancora in attesa della prima dose e il board era stato già vaccinato.

E mentre in Italia, con fatica, si cerca di aumentare il numero delle somministrazioni quotidiane, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (79 anni, classe 1941) è stato immortalato mentre faceva regolarmente la fila e il premier Mario Draghi (nato nel 1947) ha detto in conferenza stampa che sta ancora aspettando di essere chiamato.

© Riproduzione riservata