Il presidente della regione Abruzzo Marco Marsilio non ritira l’ordinanza di ieri che sposta da oggi in zona arancione la regione, nonostante la lettera di diffida da parte dei ministri della Salute Roberto Speranza e per gli Affari Regionali Francesco Boccia. La regione aveva già detto ieri il presidente ha di fatto un rischio Covid-19 più basso. Marsilio ha convocato una conferenza stampa e ha detto: «Non voglio drammatizzare il conflitto con il governo anche se considero eccessivo se non risibile il tono di minaccia di responsabilità penale riguardo i contagi che ci sarebbero in conseguenza di questo provvedimento», per il governatore «è indimostrabile che qualcuno si stia contagiando in un negozio di pelletteria per causa mia». 

Marsilio riguardo la situazione dell’Abruzzo ha detto: «Siamo a metà classifica, l’Rt è al momento allo 0.9. L’anticipazione di due giorni in zona arancione non stravolgerà la situazione sanitaria sul nostro territorio». E ha aggiunto: «Sostengo il principio che la cura non può essere uguale per tutti».

La diffida

Già ieri il governo non aveva avallato la posizione della regione, visto che secondo quanto previsto avrebbe dovuto aspettare fino a mercoledì. Stamattina è partita la lettera firmata dai ministri Boccia e Speranza che ha ricordato che è necessario «l’accertamento della permanenza per 14 giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive», dunque sarebbero stati necessari altri due giorni.

Tempi che Marsilio non ha rispettato: «La invitiamo e diffidiamo a revocare ad horas l’ordinanza regionale» hanno scritto, ricordando «le gravi responsabilità che potrebbero derivare dall’applicazione delle misure da lei introdotte riguardo alla salute dei cittadini abruzzesi».

I ministri sono pronti a passare alle vie legali: «Ci riserviamo, in mancanza, di intraprendere ogni iniziativa, anche giudiziaria, per garantire l’uniforme applicazione delle misure volte alla gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 e salvaguardare, in particolare, il bene primario della salute delle persone».

La confusione degli esercenti

Di fronte a queste posizioni, questa mattina non tutti i negozi, nonostante l’ordinanza, hanno aperto. Il direttore regionale di Confesercenti Lido Legnini ha detto all’Ansa regionale: «Con l'Ordinanza in vigore chi vuole oggi ha potuto riaprire. Auspicavamo una riapertura in accordo fra Regione e Governo ma va bene lo stesso perché si può tornare ad una apertura completa del commercio fisso. Abbiamo anche però chiesto alla prefetture che in caso di cambiamenti di ordinanze ci sia una comunicazione tempestiva alle associazioni di categoria e ai commercianti».

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