Anche la partecipata dal comune di Roma Acea non vuole pagare gli extraprofitti, e scoppia il caso sulle società dell’energia che stanno guadagnando milioni, e che hanno fatto ricorso al Tar contro la tassa dell’esecutivo che punta a redistribuire i profitti straordinari di chi vende carburanti, elettricità e gas. Vladimir Putin chiude i rubinetti del metano, e la minaccia russa ha fatto salire i prezzi e, come detto più volte dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, le speculazioni sui mercati. In una prima versione del decreto Aiuti la tassa ammontava al 10 per cento del fatturato delle aziende, nella versione approvata in via definitiva con il decreto Aiuti bis è salita al 25 per cento. Per calcolare la cifra dovuta allo stato vengono confrontate le operazioni attive e passive realizzate dal 1 ottobre 2021 al 30 aprile 2022, con quelle dello stesso periodo tra il 2020 e il 2021 con un pagamento in due tranche: la prima entro il 30 giugno (il 40 per cento) e il resto il 30 novembre (per il restante 60 per cento).

Meno del previsto

Enel e Eni sono in regola con i pagamenti, e a quanto risulta a Domani non hanno fatto ricorso. Dai bilanci si apprende che nel primo caso saranno versati in totale 70 milioni, nel secondo 546 milioni. A luglio Eni, che ha versato quanto previsto entro il 30 giugno, ha fatto un interpello all’Agenzia delle entrate per avere ulteriori spiegazioni segnalando la difficoltà di calcolo della base imponibile, tuttavia non ha apposto contestazioni. Il Cane a sei zampe per il primo semestre ha registrato un utile netto di 7,39 miliardi. La compagnia elettrica invece ha visto scendere i suoi utili, perché oltre a vendere energia deve anche comprare il gas e la siccità ha penalizzato il settore idroelettrico. Anche A2a, la partecipata dei comuni di Brescia e Milano, fa sapere l’ufficio stampa, ha versato la somma dovuta: in questo caso 50 milioni. L’incognita per le casse dello stato restano le società che hanno fatto ricorso – circa una ventina – e quelle che non hanno voluto pagare nemmeno l’acconto. Il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, ha chiesto che il ministero dell’Economia renda pubblici i loro nomi.

Il comune di Roma

A parole sono tutti a favore della tassa sugli extraprofitti, nei fatti la politica se ne sta interessando in maniera molto relativa. Il caso si è aperto con il comune di Roma e l’Acea. Il comune è azionista al 51 per cento della società. Dal bilancio emerge che Acea ha registrato nel primo semestre un utile netto di 183 milioni di Euro, in crescita del 10,4 per cento rispetto al 2021. Il risultato, spiega il comunicato, beneficia dalla cessione di una quota di asset fotovoltaici (18,8 milioni di Euro) e risente negativamente del contributo solidaristico straordinario rilevato tra le imposte di periodo per 28,5 milioni di euro.

La società che si lamenta della tassa voluta dal governo Draghi, registra comunque maggiori margini grazie alla vendita a prezzi più elevati dell’energia elettrica prodotta dagli inceneritori. La materia prima, i rifiuti, ha per la società un costo fisso mentre i prezzi dell’energia elettrica venduta ai clienti sono saliti.

La politica

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, del Pd, ex ministro dell’Economia, ha deciso di tenere le deleghe alle partecipate. L’amministratore delegato del gruppo, Giuseppe Gola, è stato nominato dalla ex sindaca pentastellata Virginia Raggi. Una doppia ironia, visto che il maggior fautore della tassa è il Movimento 5 stelle, come ha ribadito il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, in un’intervista a Money.it, solo tre giorni fa.

Anche il Pd si è speso. Interpellato da Domani, il comune non ha voluto commentare, spiegando che la società è quotata in borsa. Ma di fronte al silenzio di Gualtieri il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, aveva detto la sua alla festa dell’Unità di Bologna, il giorno prima che uscisse la notizia dei ricorsi su Repubblica: «Per fronteggiare il caro-energia bisogna agire su due strade, la prima è guardare alle imprese che hanno fatti utili straordinari a causa del rincaro del gas e devono essere tassate, perché si tratta di extraprofitti non meritati».

La seconda invece il tetto ai prezzi del gas chiesto da Mario Draghi. Angelo Bonelli, leader di Europa Verde, partito che si prepara a correre per il prossimo 25 settembre in coalizione col Pd, è intervenuto: «Il sindaco Gualtieri dovrebbe dare spiegazioni», ha twittato. Il suo partito e Sinistra italiana chiedono di portare al 100 per cento la tassa, e allo stato attuale non escludono nemmeno che si possa parlare di evasione fiscale ne caso delle società che non stanno versando. La settimana scorsa hanno presentato in procura un esposto per aprire un’indagine col fine di verificare se siano stati o no commessi reati. Di fronte a quanto è stato pagato commenta: «La verità è che questa norma è scritta malissimo». Il segretario del Pd, Enrico Letta, che ha presentato un piano energia in cinque punti e ha fatto un post per augurare a Bonelli un felice matrimonio, sugli extraprofitti finora non ha detto niente. Adesso toccherà esprimersi al Tar il prossimo 8 novembre.

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