«La mattina del 21 marzo sul mio cellulare è arrivato un messaggio con la convocazione per il vaccino per mio padre il 9 aprile. Quello stesso pomeriggio, alle 18:45, Agostino è morto a Tortona. Questa mattina (ieri ndr.) è morta mia mamma, portata allo stesso ospedale di Rivoli cinque giorni dopo di lui». A parlare in un’intervista rilasciata a Repubblica è Giorgio Airaudo, segretario piemontese della Fiom e deputato di Sel nella scorsa legislatura. «Mentre io sono qui e i miei non ci sono più, altre persone fragili stanno ancora aspettando il vaccino. Sole, impaurite» aggiunge.

La rabbia del sindacalista è tanta, chiede alle regioni di fermarsi e vaccinare soltanto i più fragili, dagli anziani a chi soffre di altre patologie. Chiede di rivedere le categorie prioritarie regionali, considerate da molti come inadatte a proteggere chi è più esposto al pericolo mortale del Covid-19. Tra queste è nota la regione Toscana, tra le ultime in Italia ad aver vaccinato il maggior numero di over 70. «So solo che se i miei genitori fossero stati residenti nel Lazio sarebbero vaccinati» dice e aggiunge: «come loro una generazione di anziani che ha dato moltissimo e chiesto molto poco, avrebbero avuto bisogno di più attenzione».

Airaudo chiede la somministrazione del vaccino non soltanto per gli anziani, ma anche per chi si prende cura di loro –  caregiver e parenti – «affinché l’intero nucleo famigliare sia protetto». Invece di aiutare i più fragili «si chiede di vaccinare i maturandi per ottenere consenso, quando a casa ci sono persone malate che non possono spostarsi» conclude.

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