Arriva la conferma della doppia poltrona per Marco Mattei, capo di gabinetto del ministro della Salute, Orazio Schillaci, e commissario liquidatore di Esacri, l’ente strumentale della Croce rossa nato per supportare l’attività della Cri.

E poi appunto avviato a un percorso di liquidazione, lungo e accidentato. Per Mattei è un’assicurazione dei due incarichi che diventano “perpetui”, per l’uomo forte di Fratelli d’Italia nella zona dei Castelli Romani.

Il collaboratore del ministro è stato nominato per la prima volta all’Esacri il 7 aprile 2023, quando era capo della segreteria di Schillaci.

Qualche mese dopo è arrivato il cambio di ruolo al ministero, a capo di gabinetto dopo le dimissioni di Arnaldo Morace Pinelli. Confermando comunque l’impegno all’Esacri. L’orizzonte era quello di chiudere l’esperienza all’ente della Croce rossa, entro la fine del 2024, a liquidazione ultimata. Ma non sarà così.

Blitz Milleproroghe

L’operazione è stata messa nero su bianco nel decreto Milleproroghe, in esame in commissione Affari costituzionali al Senato. La precedente norma prevedeva che gli organi liquidatori «restassero in carica fino al completamento delle operazioni di liquidazione, e comunque non oltre il 31 dicembre 2024», si legge nel dossier di palazzo Madama, che illustra il provvedimento.

Adesso, prosegue il documento, «con la soppressione del riferimento a tale data non viene più previsto un termine massimo per la loro permanenza in carica – a parte il riferimento al completamento delle operazioni di liquidazione». Si traccheggia all’infinito. Anche perché sulle tempistiche di chiusura c’è l’ammissione dei tecnici del Senato: «Permangono particolari aspetti di criticità, che non permettono di ipotizzare la chiusura della procedura liquidatoria nel breve termine».

Per Mattei è un boost di poteri: da commissario liquidatore dell’ente strumentale della Croce rossa ha nelle mani le sorti dei beni ancora in dotazione all’Esacri.

E c’è un risvolto anche economico di tipo personale. La proroga potrebbe blindare il suo stipendio, che per l’incarico ammonta a 100mila euro annui come stabilito da un decreto ministeriale del giugno 2023. «Finora Mattei non ha percepito un euro dal ruolo di commissario liquidatore all’Esacri, facendo risparmiare al ministero 100mila euro all’anno», spiegano a Domani dal dicastero di Schillaci.

Al momento, infatti, non ha dovuto far ricorso al contratto per raggiungere la soglia dei 240mila euro, il tetto previsto per i compensi derivanti dalla Pubblica amministrazione. Il motivo? Percepisce già poco meno di 204mila euro per il ruolo di capo di gabinetto al ministero e altri 35mila provengono dall’assegno per il vitalizio della regione Lazio, dove è stato assessore.

Ma l’incarico all’Esacri non è a titolo gratuito: in un secondo momento, nel caso di bisogno, si può “attivare” il compenso stabilito dall’accordo. E peraltro il risparmio, indicato dal ministero, esiste solo sulla carta.

Nell’organigramma dell’ente c’è anche un sub-commissario, la dirigente del Formez Patrizia Ravaioli, che prima dell’insediamento di Mattei era commissario. Insomma, Mattei ha scalzato Ravaioli, raddoppiando i ruoli.

Uomo di FdI

Sull’opportunità della nomina di una figura già oberata di impegni, lo staff di Schillaci dice: «Il ministro vuole avere un diretto controllo sull’ente». Si è affidato quindi al suo uomo-macchina, che vanta una comune esperienza professionale da docente all’università di Tor Vergata.

Mattei è tuttavia emanazione di Fratelli d’Italia nell’hinterland della capitale. All’inizio degli anni Duemila è stato sindaco di Albano Laziale, in provincia di Roma per due mandati, ovviamente a capo di una coalizione di centrodestra. Il salto di qualità è maturato, però, con la nomina ad assessore all’Ambiente nella giunta guidata da Renata Polverini, che ha governato il Lazio dal 2010 al 2013.

Nel suo percorso politico, Mattei è stato prima nel Popolo delle libertà e poi in Forza Italia, ricoprendo le vesti di commissario locale. Da qualche anno è esponente di rilievo all’interno di Fratelli d’Italia, anche se ha rinunciato ai ruoli attivi. «Non mi candido da cinque anni», diceva nel 2020, in un’intervista a un quotidiano locale. Di sicuro la passione per la militanza politica non si è spenta.

È stato uno dei sostenitori – quasi un’ombra – di Marco Silvestroni, già deputato ed eletto senatore alle politiche del 2022, considerato molto vicino al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. E sul braccio destro di Schillaci c’è la benedizione di Arianna Meloni, che da deus ex machina del partito della fiamma decide chi va promosso o meno. E Mattei sembra proprio sia in auge.

Il suo nome, tra le altre cose, è balzato agli onori della cronaca nel febbraio dello scorso anno: era già capo di gabinetto alla Salute, quando è stato assunto – con contratto a tempo indeterminato – come dirigente medico per una procedura iniziata quando era solo capo segreteria.

© Riproduzione riservata