- Il 64 per cento della spesa italiana per le operazioni militari è destinato alla tutela degli interessi energetici nazionali, secondo un report di Greenpeace.
- A beneficiarne è principalmente l’Eni, presente con piattaforme offshore in quasi tutti gli scenari in cui la Difesa è attiva.
- Prossimo punto di incontro tra gli interessi nazionali e quelli dell’Eni potrebbe essere il Mozambico, paese in cui gli investimenti dell’azienda italiana sono in serio pericolo.
La Cop26 si è conclusa con l’impegno dei paesi partecipanti a mettere un freno all’utilizzo di combustibili fossili e a passare ad un modello energetico green e sostenibile, per limitare gli effetti del cambiamento climatico. Ma guardando alle missioni militari a cui partecipa l’Italia e alla posizione assunta dalla Nato in tema di sicurezza energetica è difficile immaginare un cambio di passo nel breve periodo. Come evidenziato dal report di Greenpeace, Ue, Nato, Italia, Spagna e Germania



