Puglia, le accuse di danno erariale e incompatibilità a Minuto, candidata di Forza Italia alle regionali

C’è un esposto presentato il 6 novembre alla procura di Roma, alla Corte dei Conti, all’Autorità nazionale anticorruzione e alla direzione delle società partecipate del ministero della Difesa, che getta un’ombra su una candidata di Forza Italia nella circoscrizione di Bari alle prossime elezioni regionali che si terranno in Puglia il 23 e il 24 novembre. Nei confronti di Anna Carmela Minuto, infatti, già assessora civica al comune di Molfetta, candidata con la Lega alle ultime europee ma poi passata armi e bagagli insieme al deputato e compagno Davide Bellomo alla corte del partito di Antonio Tajani, si chiede ai giudici di accertare la sua incompatibilità nel consiglio di amministrazione di Difesa Servizi Spa, la società in house la cui mission è la valorizzazione del patrimonio immobiliare del Ministero, la gestione economica di beni e servizi, e la promozione di attività di tipo economico-commerciale che non siano direttamente correlate alle attività operative delle Forze Armate. Secondo quanto ricostruito nella denuncia, «la sua nomina risulterebbe nulla e gli emolumenti percepiti devono essere restituiti», inoltre, si legge: «Può configurarsi un danno erariale». Il motivo sarebbe il seguente: Minuto, come risulta dalla verifica giuridico-contabile allegata all’esposto, ha ricoperto contemporaneamente, per oltre due anni, l’incarico di assessora alle attività produttive del comune di Molfetta (fino alla caduta della giunta avvenuta a ottobre del 2025), e di componente della società in house del ministero della Difesa. E questo nonostante l’ipotesi prevista dall’art. 7, comma 2, del D.Lgs. 39/2013, secondo cui «gli incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico sono incompatibili con la carica di componente di organo politico di livello regionale o locale». Si potrebbe obiettare che nell’agosto scorso il comma 2 dell’articolo 7 è stato abrogato con la legge n. 15 del 2025, così detta Milleproroghe. Peccato però che la nomina di Minuto nel cda sia avvenuta il 10 maggio del 2023, e la legge, quindi, non può avere effetto retroattivo, ma, soprattutto, resta il fatto che è stata la stessa Anna Carmela Minuto a firmare il 28 aprile del 2025, a due anni dalla nomina, un documento (di cui Domani è in possesso) attraverso cui ha dichiarato «l’insussistenza di cause di incompatibilità di cui al D.Lgs. 39/2013». Puglia, le candidature che imbarazzano Lega e Fratelli d’Italia: le inchieste sui portatori di voti La sua difesa «La mia nomina nel cda di Difesa Servizi S.p.A. è pienamente legittima, perché è una società interamente controllata dal ministero della Difesa, vigilata dallo stato e totalmente estranea a qualunque rapporto amministrativo, economico o decisionale con il comune di Molfetta o con la regione Puglia», si difende Minuto. «Questo significa, in termini concreti, che non avevo, né potevo avere, alcuna influenza o potere decisionale su atti, fondi o attività che riguardassero la società. Perciò non esiste, né è mai esistito, alcun conflitto di interessi tra il mio precedente incarico di assessore comunale e la nomina nel cda di Difesa Servizi», continua. Resta il fatto che gli incarichi ricoperti nel periodo 2023-2024 all’interno del cda sono disciplinati dalla versione originaria della norma, e, nel caso in cui giudici accertassero l’incompatibilità, la nomina di Minuto nel Cda diventerebbe nulla di diritto. Non solo. «Gli emolumenti e i rimborsi spese percepiti devono essere restituiti, e potrebbe configurarsi un danno erariale», si legge ancora nella denuncia. «Chi cita il D.Lgs. 39/2013 è fuorviato da pregiudizio, essendo stato abrogato dalla legge n. 122 dell’agosto 2025, sostenere il contrario significa agire in malafede», si difende ancora la candidata consigliera. Semi di resistenza in Puglia. «Con l’agricoltura costruiamo il futuro» Imbarazzo In tutti i casi, quello che è certo è che questa è un’altra vicenda che provoca imbarazzo all’interno del centrodestra pugliese alla vigilia delle elezioni regionali e, soprattutto, dopo l’inchiesta giudiziaria che ha portato in cella qualche giorno fa, accusato di voto di scambio con esponenti del clan Parisi, Antonio Lopez, assessore nel comune di Modugno in provincia di Bari e candidato anche lui alle regionali con Forza Italia. Prima dell’arresto, infatti, Lopez, aveva inaugurato il proprio comitato elettorale alla presenza del deputato Davide Bellomo e della sua compagna candidata, Minuto, appunto, con la quale correva in tandem alle elezioni. Entrambi sono completamente estranei all’ultima inchiesta della procura di Bari. Ma l’imbarazzo nel centrodestra locale è comunque tangibile. Sanità, fondi Pnrr (e regionali). Indagine sul Cirielli show