Luca Di Donna, ex collega di studio Giuseppe Conte e fedelissimo dell’ex premier, tanto che, scrive il Fatto Quotidiano, potrebbe diventare capo della scuola di formazione politica del Movimento 5 stelle, è stato segnalato all’antiriciclaggio per alcune operazioni finanziarie considerate sospette, di cui Domani aveva dato conto il 27 settembre in un’inchiesta.

«Il segnalato, docente e avvocato, dal 2016 al 2018 è stato consigliere giuridico del sottosegretario alla presidenza del Consiglio (Sandro Gozi, ndr). Risulta da visura camerale titolare effettivo di due società inattive, la Persefone immobiliare srl e la Samsara srl» si legge nella segnalazione.

«Tra la clientela del segnalato si riscontrano talune società a partecipazione pubblica. Tra esse si menziona la società Condotte immobiliare, ordinante in data 19 maggio 2020 di un bonifico di 164 mila euro. Tale società finita in amministrazione straordinaria giudiziaria nel 2018 era amministrata da tre commissari di nomina ministeriale».

Secondo la segnalazione che l’istituto di credito ha inviato all’autorità antiriciclaggio (che, ricordiamolo, non è obbligatoriamente indice di reato, ma solo un report di movimenti anomali da verificare meglio) il conto di Di Donna «è altresì alimentato da taluni bonifici dall’estero, come quelli disposti dalla BN Consult (Bulgaria) per euro 685.786, Pop 12 Sarl (Lussemburgo) per euro 95.160 e Ganchev Eood Eood (Bulgaria) per euro 18.200».

Segnalazioni e prestiti

La prima società – al netto di omonimie – risulta essere una spa finanziaria con sede a Sofia, mentre la seconda è una società estera di Raffaele Mincione, imprenditore che aveva assunto Alpa (ed evidentemente anche l’allievo Di Donna) come consulente legale nella vicenda della Banca Carige, che aveva visto impegnato tempo fa il finanziere in una difficile scalata contro la famiglia Malacalza.

La Ganchev Eood Eood è invece un’azienda specializzata in alimenti per neonati, dal latte in polvere ai biscotti. Non è chiaro quali siano le prestazioni specifiche fornite da di Donna ai clienti: l’avvocato ha declinato qualsiasi commento, per questioni legate alla privacy dei suoi patrocinati.

La segnalazione si conclude così: «In taluni casi parte della provvista originata dai bonifici esteri è stata impiegata per operazioni di trasferimento con causali sottostanti riferibili a “rimborso prestito”, come nel caso dell’accredito estero di 321mila euro seguito, in data 9 agosto 2018 da un trasferimento di euro 37mila» in favore di una donna.

Di Donna è consigliere stimato del presidente del M5s e suo amico di vecchia data. I rapporti tra i due non si sono mai interrotti nemmeno quando il legale di Volturara Appula si è trasferito a palazzo Chigi. «Lui, Alpa e Di Donna sono una triade indissolubile», ha ripetuto ieri una fonte dello studio dell’anziano giurista in Piazza Cairoli.

Al netto delle ipotetiche nomine che Conte dovrà fare nell’ambito della riorganizzazione dei Cinque stelle è un fatto che il legale sia diventato negli ultimi tre anni uno dei giovani avvocati d’affari più in vista della Capitale. Un futuro nel movimento non è tuttavia, dicono uomini vicini a Di Donna, un suo obiettivo, non è interessato a entrare nel partito.

Precocissimo, è professore ordinario di diritto provato europeo alla Sapienza, università dove il maestro Alpa aveva una cattedra fino a due anni fa, e oggi gestisce business milionari che gli hanno consentito di recente di comprare tre appartamenti di lusso al centro di Roma spendendo oltre due milioni di euro.

Il ricorso Mps

Nominato a gennaio 2021 dall’ex ministro Alfonso Bonafede presidente della commissione d’esame per gli avvocati a Roma, Domani ha scoperto che di recente ha ottenuto anche un importante incarico dal Monte dei Paschi di Siena, banca oggi controllata dal ministero dell’Economia e che raramente allarga a esterni la sua platea di avvocati storici. Per Di Donna l’istituto ha fatto un’eccezione, affidandogli un incarico assai delicato: il ricorso in Cassazione contro la Jp Morgan e contro gli obbligazionisti delle cosiddette azioni “fresh” con cui l’istituto, con una complessa operazione finanziaria, nel 2009 aveva disposto un aumento di capitale di quasi un miliardo di euro.

Dopo la crisi finanziaria della banca, gli obbligazionisti “fresh” che hanno perso soldi stanno oggi tentando di riottenere parte dei risparmi, e hanno chiesto nel 2017 a un tribunale lussemburghese di congelare quasi 50 milioni di euro che Jp Morgan stava girando a Mps. Un pagamento che gli obbligazionisti considerano «in loro danno». La banca senese di risposta ha subito chiesto nel 2018 al tribunale di Milano di dichiarare l’Italia sede di competenza della controversia, ma i giudici hanno dato torto all’istituto. Il ricorso in Cassazione contro quest’ultima decisione è stato seguito da Di Donna in persona: a marzo del 2021 è arrivata la sentenza che ha rigettato l’istanza dell’avvocato.

Per la cronaca, dal 2020 in Mps comanda nuovo amministratore delegato Guido Bastianini, ex manager della Carige considerato dai giornali vicino ai Cinque Stelle, mentre nel cda il governo Conte II ha voluto fortemente Nicola Maione come consigliere indipendente. Un legale vicinissimo sia ad Alpa che a Di Donna, tanto che qualche anno fa i tre hanno coordinato insieme un prestigioso master in diritto privato europeo.

«Tutto trasparente»

«Tutti i bonifici fatti dall’avvocato Di Donna sono tracciati e trasparenti», spiegano al telefono fonti vicine al suo studio. «Non ha mai ottenuto profitto accreditandosi, come dicono i suoi nemici, come miglior amico dell’ex premier: tutti gli incarichi sono solo frutto del suo duro lavoro». I suoi conoscenti non smentiscono né confermano un altro suo rapporto professionale. Quello con Francesco Becchetti, ex patron della tv albanese Agon Channel.

Un imprenditore che era proprietario – insieme all’ex re della monnezza romana Manlio Cerroni – anche di una società di energia, la Albania Beg, che da vent’anni ha aperto un contenzioso con Enel da 430 milioni di euro in relazione a un presunto inadempimento da parte del colosso elettrico statale di un accordo per la costruzione di una centrale idroelettrica in Albania da parte di Enelpower. Stabilimento che poi non è mai stato realizzato. Enel (a parte una sentenza sfavorevole della Corte di Cassazione di Tirana) ha vinto quasi tutte le cause intentate dall’imprenditore, ma in Lussemburgo è ancora depositato un procedimento aperto.

Chissà se Becchetti s’è rivolto a Di Donna proprio per provare a chiudere il lungo e difficile contenzioso. Non sarebbe certo sorprendente: per molti, da Luigi Bisignani ad accademici di fama, passando per finanzieri e lobbisti romani, l’amico di Conte è uno dei migliori “Mr Wolf” in circolazione, capace di risolvere diatribe e problemi su business vari e contratti assortiti.

 

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