È teminato a palazzo Chigi il Consiglio dei ministri. Grazie a un incontro precedente tra il presidente del Consiglio Mario Draghi, la ministra della Giustizia Marta Cartabia e i capidelegazione dei partiti di maggioranza, si è discusso anche della riforma del Csm, poi approvata all’unanimità. 

Draghi in conferenza stampa ha chiesto ai capidelegazione di dare priorità assoluta all’approvazione della riforma in parlamento, in tempo per la prossima elezione del Csm, nel luglio 2022. Ha confermato, com’era filtrato in precedenza da fonti di Forza Italia, che il governo non porrà la fiducia sul testo e cercherà l’accordo più ampio possibile. Il presidente ha spiegato che nella maggioranza restano ancora delle differenze, ma che c’è un «impegno corale a superarle». Secondo la ministra, la riforma era «ineludibile». 

Cartabia ha citato il presidente della Repubblica spiegando che i cittadini devono recuperare piena fiducia nella magistratura. Entrando nel merito del provvedimento, ha spiegato che una parte delle modifiche saranno necessarie per evitare le cosiddette nomine a pacchetto, uno degli strumenti del sistema correntizio che ha influito sul lavoro della magistratura negli ultimi anni. 

La mattinata

Nelle ultime ore prima della riunione, sembrava che questo tema dovesse saltare, così com’è successo per la discussione della questione delle concessioni ai balneari, su cui, a differenza della riforma del Csm, non c’è stato l’accordo in maggioranza.

Si è parlato anche delle misure necessarie per contrastare la diffusione della peste suina africana e del riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.

La discussione

I ministri di Forza Italia sono arrivati a Consiglio già iniziato: erano stati soprattutto loro a spingere per un rinvio ulteriore dell’inizio del Consiglio per negoziare ancora sulla riforma dell’ordinamento giudiziario. Ma poi è filtrato anche che Forza Italia ha «chiesto e ottenuto rassicurazioni» sul fatto che il governo «non chiederà un voto di fiducia e il parlamento sarà sovrano» sulla riforma della giustizia.

Il partito di Silvio Berlusconi ha anche «ottenuto il no alle “porte girevoli” anche per ministri, sottosegretari e assessori, una stretta sui fuori ruolo e il voto degli avvocati sugli avanzamenti di carriera dei magistrati». Forza Italia insiste anche sulla separazione delle funzioni, che andrà «ulteriormente migliorata». 

Nel frattempo, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli ha chiesto di non partecipare ai lavori del Consiglio dei ministri nel momento in cui si è cominciato a discutere della riforma del Csm, anche se le norme in discussione non si applicano (già in base al testo Bonafede) agli incarichi in corso. Garofoli ha vinto un concorso in magistratura nel 1994. 

La riforma della giustizia

Il cdm ha approvato all’unanimità la riforma dell’ordinamento giudiziario, che tuttavia ha destato più di qualche perplessità tra i gruppi politici. In particolare il centrodestra con Forza Italia ha fatto sapere che «non voteremo la riforma senza approfondimenti». Il premier Draghi ha specificato che sul testo cercherà larga condivisione e che non verrà posta la fiducia.

In conferenza stampa, la ministra Marta Cartabia ha parlato di «riforma dell'ordinamento giudiziario e del Csm ineludibile per la scadenza a luglio del Consiglio ora in carica, ma anche per accompagnare la magistratura in un percorso di recupero della piena fiducia e credibilità».

Cartabia ha anche aggiunto che «La riforma sul Csm e' frutto di un confronto e di un dialogo avviati molti mesi fa anche con il coinvolgimento della magistratura che è stata ascoltata nelle sue richieste. E' una riforma esigente nei confronti dei giudici che risponde inanzitutto, e chiedo scusa per il gioco di parole, a una esigenza della magistratura di essere più severa con se stessa».

© Riproduzione riservata