- Dopo dodici anni, l’iter della legge che vieta il finanziamento delle imprese produttrici di mine antiuomo e bombe a grappolo si è concluso alla Camera.
- Il percorso tortuoso del testo, che nel frattempo aveva ottenuto il primo sì al Senato, rischiava di arenarsi di nuovo a causa di un appunto del governo che sollevava dubbi sul finanziamento dei nuovi oneri economici che ricadono sugli organismi che gestiranno i controlli degli intermediari finanziari.
- Lo stallo era poi stato risolto da un parere della Commissione bilancio che fa riferimento al fatto che gli organismi di controllo si collocano al di fuori del perimetro della finanza pubblica.
La Camera ha approvato la legge che vieta il finanziamento di aziende che producono mine antiuomo o bombe a grappolo. La proposta è stata votata all’unanimità con 383 voti a favore. Si tratta di un voto atteso da dodici anni: la legge era già arrivata al traguardo nel 2017, salvo essere poi rinviata alle camere dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per un vizio di incostituzionalità. Da allora, l’iter era ripartito dal Senato a inizio legislatura nel 2018. I problemi in Commi


