L’ad di Invitalia ed ex commissario all’emergenza Covid ha pubblicato un comunicato in cui fa sapere di non avere notizia di quanto riportato dal quotidiano la Verità. Per il giornale, Arcuri è iscritto nel registro degli indagati della procura di Roma per peculato
L'ex commissario straordinario per l'emergenza Covid Domenico Arcuri, secondo quanto riporta il quotidiano La Verità, sarebbe indagato dalla Procura della Repubblica di Roma per peculato, ovvero per appropriazione indebita, il quotidiano specifica che potrebbe anche essere collegata a «indebiti pagamenti disposti da pubblico ufficiale», dunque non per forza per profitto personale.
L'accusa sarebbe contenuta nel fascicolo sulle forniture di mascherine cinesi, ma l’amministratore delegato di Invitalia in un comunicato dice di non saperne nulla: «In merito a quanto riportato questa mattina dal quotidiano La Verità, circa l'indagine sulle "mascherine" – si legge in un comunicato pubblicato questa mattina -, l'amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri comunica di non avere notizia di quanto riportato dal suddetto quotidiano». Arcuri come la struttura già preposta alla gestione dell'emergenza, viene aggiunto «continueranno, come da inizio indagine, a collaborare con le autorità inquirenti nonché a fornire loro ogni informazione utile allo svolgimento delle indagini».
Indagine in corso
L’indagine riguarda gli affidamenti, per un valore complessivo di 1,25 miliardi di euro, effettuati dal commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 a favore di 3 consorzi cinesi per l’acquisito di oltre 800 milioni di mascherine di varie tipologia, effettuate con l’intermediazione - non contrattualizzata dal commissariato - di alcune imprese italiane, cioè la Sunsky s.r.l. di Milano, la Partecipazioni s.p.a., la Microproducts IT s.r.l. e la Guernica s.r.l. di Roma. Il 24 febbraio scorso, per l'arrivo in Italia di una parte di queste mascherine senza certificazione, c'erano stati un arresto e quattro misure interdittive, tra cui Mario Benotti, ex giornalista rai che secondo la procura è «evidente» che «abbia svolto in modo occulto un’attività di mediazione nei confronti dell’organo commissariale, approfittando del rapporto personale con il commissario Arcuri al fine di indirizzare quest’ultimo a un canale di approvvigionamento di cui il Benotti è sodale occulto».
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