Un Casellati brand da creare in vista della riscrittura della Costituzione immaginata dal governo Meloni. Intanto si pensa al logo per rendere riconoscibile il dipartimento delle riforme istituzionali a palazzo Chigi. Prima del premierato conta l’immagine.

Del resto che la ministra Maria Elisabetta Alberti Casellati coltivi un’antica passione per la comunicazione non è un fatto nuovo: la galleria dei portavoce liquidati negli anni da presidente del Senato sono diventati un racconto tramandato ai posteri. L’interesse per la comunicazione non è cambiato nemmeno nel nuovo ruolo. Ha solo assunto una forma diversa.

Marchio riforme

Questa volta, infatti, non c’entrano gli addii a catena dei collaboratori, ma riguardano le modalità di spesa delle risorse. Solo nell’ultimo periodo il dipartimento ha messo in conto un esborso di poco inferiore ai 70mila euro per fare quello che a molti è sembrato un po’ di promozione del governo, a spese pubbliche.

La dirigente di Forza Italia, messa a guida della struttura che deve proporre la nuova architettura istituzionale, vuole ideare un marchio tutto suo, o meglio che riconduca al ministero.

L’obiettivo è messo nero su bianco in una delle ultime determine approvate. Nel documento si legge che è stato ritenuto «opportuno» sviluppare «un concept grafico “brand identity” da utilizzare per dare evidenza, anche attraverso simboli grafici, all’Autorità politica di riferimento negli eventi di comunicazione, informazione e disseminazione».

Il budget a disposizione ammonta 25mila euro nell’ambito della voce«semplificazione normativa e qualità della regolazione». Le riforme ha bisogno di un logo. Aggiudicatario dell’affidamento è stata la Inarea Identity Design, società romana che ha già nel suo portfolio clienti di tutto riguardo: da Lottomatica al Maxxi fino al Coni, e comandata da uno dei guru del settore, Antonio Romano. Un curriculum ineccepibile per provare a soddisfare le richieste di Casellati.

Così, nell’attesa di scoprire l’atteso brand, realizzato a spese del dipartimento, non possono mancare gli eventi che hanno visto protagonista un’altra società, la Comin&Partners, che vanta uno storico rapporto con le istituzioni e molte aziende di prestigio. Il prezzo della manifestazione, nel caso specifico, è stato di 43mila euro - attinti sempre dalla stessa voce del bilancio del dipartimento - per organizzare il maxi appuntamento, che si è celebrato martedì corso al tempio di Adriano, in piazza di Pietra, a Roma, a pochi passo da Montecitorio. A presiedere c’era proprio la ministra Casellati, che ha usato la giornata come una vetrina in vista delle prossime settimane.

Dopo aver aperto i lavori, con un’intervista, è stata ancora una volta lei a tirare le somme con le conclusioni. Un modo utile a realizzare una sorta di teaser mediatico della futura riforma costituzionale, di cui comunque si attende il testo ufficiale. Al momento è tutto fermo alla promessa della ministra: «Non sarà svuotato il ruolo del capo dello Stato».

I dubbi sul punto non mancano, visto che nelle bozze è presente lo strumento che vieta l’assegnazione dell’incarico di governo a chi non era candidato nella coalizione vincente alle elezioni. Insomma, il Presidente della Repubblica avrebbe le mani legate. «Il premierato rende il Quirinale un orpello estetico», ha osservato Alessandra Maiorino, senatrice del Movimento 5 stelle.

Sfilata governativa

Mentre la riforma costituzionale anima il dibattito, il titolo dell’incontro di martedì è stato ambizioso (come imponente è stata l’organizzazione messa in campo): «Le buone leggi. Semplificare per far ripartire l’Italia». Il tema, dunque, è stato quello della “semplificazione” in senso stretto, il “brand” - per restare in tema - di Casellati in questa esperienza al governo.

Finora l’azione si è concentrata proprio sull’abrogazione di vecchie norme, compresi regi decreti. La sfilata al tempio di Adriano, tra gli altri, ha visto salire sul palco il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ha parlato, in compagnia del presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga - suo collega di partito.

La sua osservazione si è soffermata su «leggi, politica economica e futuro del Paese». E ancora. Il programma ha dato spazio al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha indicato gli obiettivo per la transizione ecologica, insieme a Vito Bardi, presidente della Basilicata pire lui di Forza Italia. Il vicepremier, Matteo Salvini, invece, ha partecipato all’incontro dal titolo: «Semplificazione e grandi opere: dal Ponte Morandi al Ponte sullo Stretto».

Un’occasione imperdibile per rilanciare il suo cavallo di battaglia. Ad alternarsi, ancora, la ministra della Disabilità, Alessandra Locatelli, il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, il Guardasigilli, Carlo Nordio, che ha esposto il concetto di «una giustizia più giusta, un diritto più certo: con la semplificazione si può» e infine il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, che ha descritto «la semplificazione normativa come leva dello sviluppo economico». Una parata governativa sigillata dal logo Casellati. E saldata dal suo dipartimento.  

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