Non è più possibile nascondersi. La terza ondata della pandemia di Covid-19 arriverà presto anche in Italia. I numeri lo confermano. Ieri ci sono stati 15.774 nuovi casi di coronavirus, in crescita rispetto a martedì e 507 persone sono morte. Dopo la pausa di novembre, tutti gli indicatori sono in peggioramento da settimane. Per ora lo stanno facendo lentamente, ma abbiamo già visto in passato quanto poco tempo impiegano i contagi a tornare a crescere in modo esponenziale.

La variante

La terza ondata potrebbe rivelarsi ancora più difficile da controllare della precedente. La nuova variante del coronavirus è probabilmente il 50 per cento più contagiosa ed è divenuta prevalente nel Regno Unito, dove ha contribuito a un nuovo, rapidissimo picco dell’epidemia. Solo ieri nel paese sono morte più di 1.500 persone. La variante nel frattempo è arrivata anche in Irlanda, dove i casi sono aumentati di dieci volte in due settimane. E, probabilmente, è dietro anche all’aumento improvviso di casi in Spagna e Portogallo. Non possiamo saperlo con certezza, perché quasi nessun paese dell’Europa continentale sta attivamente cercando la variante, il che rende ancora più difficile prepararsi al suo arrivo.

I governi europei stanno già correndo al riparo nell’unico modo che abbiamo a nostra disposizione: chiudendo tutto. La Germania è appena tornata in un lockdown duro come quello di marzo e la cancelliera Angela Merkel ha detto in una riunione di partito che queste misure potrebbero rimanere in vigore fino a primavera. Il governo francese dovrebbe annunciare oggi nuove restrizioni. Persino in Svezia, il paese più restio ad adottare misure di contenimento, hanno cambiato rotta.

Italia in crisi

Ma in Italia, invece di concentrare ogni energia sulla crisi pandemica, il governo è impegnato a gestire una crisi di altro tipo. Non è chiaro cosa il leader di Italia Viva Matteo Renzi voglia davvero e perché abbia deciso di mettere a rischio il governo proprio in questo momento. Di sicuro non è riuscito a comunicarlo bene, visto che secondo l’ultimo sondaggio Ipsos il 73 per cento degli italiani pensa che l’abbia fatto per il suo tornaconto personale.

Anche gli osservatori esteri sono perplessi. «Qual è la mossa meno razionale per un politico durante una pandemia che ha ucciso 80mila italiani e paralizzato l’economia? Uscire dalla coalizione e rischiare di far cadere il governo, forse», ha scritto ieri su Twitter Mark Lowen, corrispondete da Roma della Bbc britannica.

A onore di Italia viva va ricordato che proprio mentre Renzi dava il via alla crisi, il suo partito votava a favore delle comunicazioni in Senato del ministro della Salute Roberto Speranza sulle nuove misure di contenimento, un passaggio politicamente importante per consentire l’approvazione delle ordinanze e dei Dpcm necessari.

Fino a oggi, Italia viva era stato il partito che dentro la maggioranza si era più battuto contro nuove restrizioni: ironicamente, quindi, proprio mentre Renzi lascia il governo, l’approvazione delle nuove misure di contenimento è risultata più facile del solito.

Un governo forte

Purtroppo combattere la pandemia non è solo votare le comunicazioni di un ministro per l’ultima volta. Lo abbiamo visto nel corso della seconda ondata. Ogni volta che si trattava di approvare nuove strette e introdurre nuove misure, il governo ha dovuto trattare e a volte scontrarsi con presidenti di regione, sindaci, categorie e associazioni professionali e contro un clima che nella popolazione e sui media sembra sempre più stanco e ostile alle misure di contenimento.

In altre parole, se persino Angela Merkel ha avuto difficoltà a far accettare ai governatori dei land il lockdown che il peggioramento dell’epidemia rendeva necessario, dovrebbe essere evidente a tutti che per limitare i danni del Covid-19 serve un governo forte, in grado di prendere rapidamente le decisioni necessarie.

E quale che sia il risultato di questa crisi, difficilmente il governo ne uscirà meno debole.

Alla fine, ieri Renzi ha annunciato le dimissioni delle sue ministre dal governo, ma allo stesso tempo ha promesso che il suo partito continuerà a votare i provvedimenti più importanti per la pandemia e ha lasciato intendere che è disponibile a continuare a far parte dell’attuale maggioranza, anche se in che modo e a quali condizioni non è chiaro. Nessuno, probabilmente nemmeno Renzi, sa come finirà questa crisi. Ed è altrettanto vero che nessuno restituirà agli italiani il tempo e le energie che sono state spese in questa crisi, invece che per lottare contro il virus.

 

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