«173,47 milioni di euro della Difesa da qui al 2038, altri 44 milioni nel bilancio 2024, infine 9 milioni stanziati lo scorso marzo: sono i soldi pubblici che il governo italiano elargisce all’azienda Elbit Systems, pilastro dell’industria bellica israeliana, fra i principali fornitori dell’Idf». Il deputato di Avs Marco Grimaldi ha depositato un’interrogazione all’indirizzo del ministro della Difesa, Guido Crosetto, e del ministro degli Esteri Antonio Tajani per andare a fondo sul caso degli acquisti del governo italiano presso l’israeliana Elbit, sollevato da Domani.

I pagamenti sono «per un programma di “modernizzazione delle nostre forze armate”, ovvero: addestrare i piloti italiani con la tecnologia messa a punto e usata da chi bombarda Gaza ogni giorno. Il governo Meloni persiste nello scandalo di onorare gli accordi commerciali già siglati e tenere in piedi il Memorandum d’intesa militare con Israele, mentre il genocidio è in corso. Quando sentiranno il dovere morale di fermarsi?», conclude il vicecapogruppo dei deputati rossoverdi.

Il merito

I fatti emergono dal documento programmatico pluriennale (DPP) della Difesa 2024-2026 in cui il ministero ha messo nero su bianco un impegno finanziario a lungo termine per il segmento Marina militare del Rwmtc. Il governo si giustifica con il richiamo alla modernizzazione delle sue forze armate. Poco importa che Elbit sia da anni nel mirino delle organizzazioni per i diritti umani. Nel silenzio pressoché generale della politica, la prosecuzione del progetto è stata ufficializzata con il decreto ministeriale n. 8/2024.

L’alleanza tra Leonardo ed Elbit è dunque pienamente operativa, con i simulatori israeliani che si integrano perfettamente negli apparati italiani. Nel frattempo, il governo dichiara di avere sospeso le nuove autorizzazioni all’export di armi verso Israele dopo il 7 ottobre 2023.

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