POLITICA. Partiti personali, finanziamenti raccolti attraverso comitati e fondazioni opache e gruppi parlamentari che hanno più soldi e quindi rilevanza degli esponenti del partito che si battono sul territorio. Le riforme sul finanziamento pubblico ai partiti avviate in un clima di populismo trasversale hanno impoverito la politica e l’hanno resa meno democratica. Non è chiaro perché l’Italia non possa avere norme simili a quelle degli altri grandi paesi europei.  


Il problema I fondi attribuiti ai partiti col due per mille nel 2021 sono stati 19 milioni. Al contrario, le camere continuano a destinare ai gruppi parlamentari una somma di circa 53 milioni di euro all’anno. Il risultato è: accentramento decisionale; riduzione del numero e della qualità delle iniziative politiche; una forte dipendenza del partito dal gruppo parlamentare di riferimento; la necessità di cercare, soprattutto durante le campagne elettorali, il sostegno di fondazioni, associazioni e comitati.


Cosa proponiamo?

Una legge del 2012 mai applicata prevedeva che i contributi pubblici fossero erogati per una quota a titolo di co-finanziamento rispetto a ciò che i partiti avevano ricevuto dai privati, così da premiare quelli che hanno un radicamento nella società, e in parte come rimborso per chi ottiene un certo consenso. Bisogna ripartire da lì.


Quanto costa?

Aumentare il fondo che copre i contributi del due per mille, anche raddoppiandolo, ma senza tornare agli sprechi del passato, costa 40 milioni. 


Impatto atteso

Il co-finanziamento dovrebbe spingere le risorse verso i partiti, anziché verso fondazioni e associazioni. Il rimborso delle spese elettorali potrebbe essere subordinato al rispetto di regole volte a garantire la partecipazione dei cittadini alla vita politica, come, ad esempio, l’obbligo per il partito di attribuire propri fondi ai candidati nei collegi uninominali per sostenere le spese elettorali, affinché tutti possano concorrere in condizioni di eguaglianza. I partiti avrebbero più risorse, i cittadini la garanzia di non finanziare partiti “finti”. 


Come funziona negli altri paesi

In Francia c’è un sistema misto finanziato sia dallo stato che dai privati, la parte pubblica si basa sul consenso raccolto sul territorio e sul numero di eletti. In Germania c’è un contributo proporzionale ai voti ricevuti e un altro calcolato sulla quota dei contributi versati da privati.


Questa è la terza delle proposte del programma di Domani. Potere leggere tutte le altre qui.

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