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Silvio Berlusconi ha promosso un liberalismo atipico in Italia, focalizzato sulla tutela di gruppi d'interesse e corporazioni anziché su riforme significative o miglioramenti del settore pubblico.
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Nonostante la presenza di intellettuali liberali nel suo entourage, i governi di Berlusconi hanno realizzato riforme di piccola portata a causa di conflitti personali e obiettivi divergenti tra gli alleati.
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Berlusconi ha costruito il suo successo politico basandosi sull'anti-comunismo, piuttosto che su un'agenda liberale chiara, attrattiva per un elettorato stanco dei cambiamenti e interessato a proteggere i propri interessi. La sua influenza sulla cultura popolare ha contribuito a rafforzare la destra politica in Italia.
Quello di Silvio Berlusconi è stato uno strano liberalismo, empirico ed empatico ma certamente poco riformatore. L’Italia dei manager e degli imprenditori che doveva portare l’Italia nella stagione del liberismo globale, nella scia della proposta politica di Reagan e Thatcher, si è per lo più risolta in una tutela di gruppi d’interessi e corporazioni. Anche l’aggressione alla spesa pubblica, ai malfunzionamenti della macchina statale, alle inefficienze del settore pubblico si è risolta in un



