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Berlusconi è stato di nuovo ricoverato al San Raffaele, rinviato il vertice di Arcore del fine settimana
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La premier ribadisce il no alla ratifica del Mes, ma si avvicina la data in cui dovrà esprimersi la Camera
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Con uno scontro a distanza con Elly Schlein: «Meloni vuole uno stato autoritario», ha detto la segretaria dem, «Così continua a perdere» è stata la risposta della premier
Il centrodestra torna in ansia per la salute di Silvio Berlusconi. Il vecchio leader di Forza Italia, affetto da leucemia mielomonocitica cronica, è stato di nuovo ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano da cui era stato dimesso il 19 maggio scorso, dopo 45 giorni di ricovero. Per il suo ritorno ad Arcore, il Cavaliere si era fatto allestire una stanza in tutto e per tutto identica a quella in cui era ricoverato, con infermieri e medici a disposizione per qualsiasi evenienza.
Per questo il ricovero ha destato preoccupazione, anche se il bollettino medico formalmente minimizza. «Accertamenti programmati», hanno fatto sapere i suoi medici Alberto Zangrillo e Fabio Ciceri, anche se anticipati per «rispondere a criteri clinici» e senza «correlazione ad alcuna criticità nè allarme».
Immediatamente al suo capezzale è arrivata la figlia Marina e tutti gli appuntamenti in agenda sono stati cancellati: in particolare quello che, con forse troppo ottimismo, era previsto per oggi proprio ad Arcore con tutti i ministri del partito. Nonostante la salute sempre più fragile del leader, infatti, Forza Italia è in fermento da scontro interno. La compagna del Cav, la deputata Marta Fascina, ha infatti preso sempre più spazio nel controllo del partito e l’incontro avrebbe dovuto servire per ridisegnare la geografia del potere interno, oltre che per confrontarsi sulla situazione del governo.
Tutto però ora è in stand-by e dipende dalla salute del leader: il suo partito di stampo personale difficilmente potrà sopravvivere intatto senza il suo fondatore, che ha sempre rifiutato delfini e successori. La sua ultima apparizione in pubblico, seppur in un videomessaggio, risale al 6 maggio quando ha inviato un messaggio alla convention degli azzurri in cui però appariva molto affaticato.
Intorno a lui si sono stretti i due alleati di centrodestra. Sia Matteo Salvini che Giorgia Meloni gli hanno telefonato, il primo durante una interruzione del processo Open Arms in cui è imputato, la seconda prima di partire per il viaggio in Tunisia. «Ha fatto con lui il punto sui dossier internazionali di più stretta attualità», è la notizia che arriva da palazzo Chigi.
Il secondo ricovero di Berlusconi, tuttavia, mette la premier davanti a un dato di realtà: FI è piccola numericamente ma determinante nella composizione del governo e potrebbe nei prossimi mesi mutare forma, se il Cav dovesse definitivamente ritirarsi a vita privata. Con il risultato di aprire una questione di rivalutazione degli equilibri nella maggioranza.
Il Mes
L’emergenza di salute, tuttavia, non ha potuto modificare la fitta agenda della premier, che in questi giorni è ospite nella masseria Li Reni di Bruno Vespa, per la terza edizione del “Forum in masseria”. In questo contesto tutto sommato controllato, è intervenuta a tutto campo sulle questioni centrali per l’esecutivo a partire dal Mes, il meccanismo europeo di stabilità. La questione è tornata di attualità perche il 30 giugno è calendarizzata alla Camera la discussione per approvarlo, grazie a una mossa delle opposizioni.
Il passaggio è delicato: i paesi dell’Eurozona si aspettano la ratifica italiana, che sta bloccando il dossier anche per gli altri paesi; in campagna elettorale, però, uno dei proclami era proprio la contrarietà alla ratifica. «Mai con me al governo», era stato il motto di Meloni. Nelle scorse settimane sembrava che la posizione oltranzista stesse lasciando spazio alla trattativa, ma ieri Meloni ha frenato: «il Mes è una parte di una serie di strumenti che vanno discussi nel loro complesso, non ha molto senso ratificare la riforma del Mes quando non si sa cosa prevedono le nuove norme sul patto di stabilità e crescita» e in ogni caso «anche se lo ratificassimo, l’Italia non lo richiederà mai».
C’è spazio anche per le riforme istituzionali: Meloni è ormai convinta del premierato e «se l'approccio delle opposizioni dovesse essere di dire no a tutto, chiederemo agli italiani col referendum», ha detto allontanando ricostruzioni di timori di ripetere la parabola del governo Renzi. Con uno scontro a distanza con Elly Schlein: «Meloni vuole uno stato autoritario», ha detto la segretaria dem, «Così continua a perdere» è stata la risposta della premier, «Si preoccupi del paese, prima che ci porti a sbattere».
Schermaglie, però. I problemi veri per il governo vengono dai prossimi passaggi europei sul Mes e sul Pnrr.
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