L’Incontro tra regioni e governo è stato aggiornato a lunedì mattina alle nove, per ora l’unica cosa certa è il blocco tra regioni ma sono molte le restrizioni al vaglio per io nuovo Dpcm: si va dalla chiusura dei centri commerciali nei weekend a un’ulteriore stretta sui ristoranti. Non si esclude anche un “coprifiuoco” alle 18 proposto dalle regioni. Prima che il premier Giuseppe Conte vada a riferire alla Camera e al Senato, le regioni vedranno di cosa si tratta.

La posizione dei governatori non è unitaria, ma le regioni concordano sulla serietà della situazione. Tutti i presidenti che hanno partecipato alla videoconferenza, Stefano Bonaccini (Emilia Romagna), Attilio Fontana (Lombardia), Massimiliano Fedriga (Fvg), Giovanni Toti (Liguria), Donato Toma (Molise), Michele Emiliano (Puglia), Vincenzo De Luca (Campania), Donatella Tesei (Umbria), Marco Marsilio (Abruzzo), Alberto Cirio, Luca Zaia (Veneto) ed Eugenio Giani (Toscana) non hanno obiettato sull’opportunità di nuove misure.

Il ministro per gli affari regionali, Francesco Boccia, ha confermato che la stretta riguarderà in primo luogo la mobilità tra le regioni, anche se ancora non sono stati definiti i dettagli applicativi.

Il presidente della conferenza delle Regioni, Bonaccini, ha aggiunto l’ipotesi di restrizioni per la mobilità cittadina con un coprifuoco nazionale: «Chiederei di bloccare la possibilità di circolazione dopo le 18».

Attività produttive

Per quanto riguarda le attività produttive, anche lì sembra inevitabile una nuova stretta. Nel mirino i centri commerciali, che dovrebbero essere chiusi nei fine settimana, e, ancora una volta, i ristoranti, anche se in questo secondo caso il piano non è stato ancora definito. A queste si aggiunge l’ipotesi Anci di limitare i corner bar-tabacchi per il gioco.

Il governo vorrebbe lasciare la decisione alle regioni: «Le regioni che singolarmente chiudono alcune attività o riducono gli orari in base all’attuazione del piano condiviso sull'andamento epidemiologico devono sapere che saremo al loro fianco con ogni forma di sostegno» ha detto Boccia.

Le regioni hanno fatto presente che qualunque provvedimento riguarderà il tessuto economico, il governo si dovrà attrezzare per i ristori economici per le categorie.

Per quanto riguarda l’ipotesi di lockdown localizzati e zone rosse, nel corso dell’incontro le regioni hanno sottolineato le difficoltà sul fronte dei controlli per il rispetto di misure non generalizzate.

Il presidente della Liguria, Giovanni Toti, dopo aver attirato le critiche sul web per le sue affermazioni sulle vittime definite «anziani non indispensabili al tessuto produttivo» auspicando una misura ad hoc per non limitare tutta la popolazione,  ha posto ancora la questione, ma un intervento che riguardi solo una determinata fascia d’età resta l’ipotesi più remota.

Scuola e sanità

Sulla scuola le posizioni non si conciliano. Il governo vuole continuare a dare autonomia ai territori, in modo che agiscano in base all’indice Rt del contagio. Boccia ha detto: «Oggi ci sono 11 Regioni oltre 1,5 e 2 regioni oltre 2, allora alcune misure già previste dal piano che abbiamo condiviso e aggiornato insieme devono scattare in automatico. Per questo non si deve prendere una decisione univoca sulla scuola ma deve dipendere dal grado di Rt in ogni regione». Il governatore De Luca non è d’accordo.

Mentre le regioni lamentano la mancanza di personale sanitario, è stato chiesto al governo che vengano stabilite semplificazioni nelle assunzioni .

Bonaccini ha detto che per arginare il contagio si punterà sui Covid Hotel per i positivi asintomatici: «Ipotizziamo la possibilità di rafforzare la rete di alberghi o strutture da trasformare in Covid Hotel per accogliere positivi asintomatici che non possono restare in casa».

Misure locali o nazionali?

La richiesta delle regioni è che in ogni caso ci siano misure nazionali: «sarebbero piu facili da spiegare al paese, anche perché la situazione è diffusa in tutto il Paese. Meglio qualche misura più restrittiva oggi per evitare di intervenire ogni settimana».

Il ministro della salute Roberto Speranza cerca una mediazione. «In queste 48 ore costruiamo insieme il dpcm su due orizzonti: misure nazionali e misure territoriali. Sul primo punto è vigente l'ultimo dpcm. Possiamo anche alzare l'asticella nazionale su alcuni punti condivisi e su alcuni territori alziamo i livelli di intervento».

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