Italia

Bonaccini: «Sbaglia chi lascia il partito, ma un Pd piccolo e radicale non serve»

«La direzione  del governo è togliere a chi ha di meno per dare a chi ha di più». «La europee non saranno una conta interna alla sinistra, ma una sfida tra due visioni diverse di futuro: da un lato la destra sovranista degli egoismi nazionali e individuali; dall’altro i democratici e i progressisti impegnati a costruire un’Europa più forte dei diritti e del lavoro, della democrazia e dell’ambiente». «Non troverete mai una mia polemica verso gli altri partiti di opposizione, l’avversario è la destra». 

Per il Pd ogni giorno ha la sua pena. Quella di ieri è l’addio di trenta dirigenti genovesi, alcuni molto votati, che traslocano ad Azione, con una lettera molto dura verso Elly Schlein: nel Pd c’è, scrivono, «una netta svolta a sinistra», il riformismo «viene negato», «non ci sentiamo più a casa nostra». Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e del Pd, ma anche leader dell’area riformista da cui provengono i trenta, misura le parole.  «Credo ci sia bisogno di tutto fuorché di ques

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