Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi vuole salvare la testa del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri: «Per il bene del paese, il ministro dell’Economia deve restare». Lo ha detto questo pomeriggio sui Rai3 a Mezz’ora in più. Se da una parte gli ha dato questo attestato di stima, dall’altra ha chiesto che vengano sbloccati i licenziamenti e per quanto riguarda l’emergenza ha bocciato il commissario Domenico Arcuri. La gestione della campagna vaccinale per lui non è all’altezza degli altri paesi europei.

Sì a Gualtieri

Gualtieri è uno dei nomi a rischio in un eventuale nuovo esecutivo. Matteo Renzi avrebbe già chiesto di sostituirlo, e a una parte del Pd non dispiacerebbe. Bonomi ha invece sottolineato: «Quello che portiamo a casa col Recovery Fund, è merito del ministro Gualtieri».

Sul resto del governo non si è sbilanciato ma ha dato il suo punto di vista: «Deve essere serio, perché in un momento di crisi non possiamo essere appesi ai personalismi, autorevole, perché dobbiamo fare le riforme profonde e strutturali che non facciamo da 30 anni, abbiamo quindi bisogno di un governo competente e un’azione efficace». Adesso, ha proseguito il presidente di Confindustria, «non ci possiamo permettere cambiamenti in corsa con lo spoil system».

Nonostante questo endorsement, Bonomi è tornato a chiedere che vengano sbloccati i licenziamenti. Da una parte ha ammesso: «Ci sono settori in grossa sofferenza o chiusi per disposizione del governo», dove c'è la cassa integrazione e il divieto di licenziare, che sarà forse prorogato. Ma «nei settori che avranno una ripresa, diciamo invece: dateci la possibilità di licenziare».

Bocciato Arcuri

Mentre ha approvato il ministro Gualtieri, il presidente di Confindustrua, imprenditore del settore biomedicale, non ha apprezzato la gestione dei vaccini del commissario straordinario Domenico Arcuri. «I registri vaccinali sembrano essere solo regionali, senza centralizzazione - spiega il rappresentante degli industriali - e abbiamo un tema di logistica: l'Italia sta ancora facendo il bando per le famose primule, mentre in altri paesi si è deciso di utilizzare grandi infrastrutture: stadi, fiere, stazioni ferroviarie e aeroportuali».

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