«È un elemento di preoccupazione». L’indice Rt del contagio da Covid-19 continua a salire, bisogna tracciare il diffondersi del virus e se si fa fatica «si adottano misure per ridurre la probabilità di trasmissione», scatta la fase «di mitigazione».

Lo ha detto ai parlamentari il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, in audizione in commissione Igiene e Sanità al Senato: «L’epidemia è oggi largamente diffusa in tutta l'Italia e non più localizzata» ha premesso.

L'indice che descrive la velocità di diffusione del virus «è in tutte le regioni superiore a 1 e molte realtà lo superano ampiamente».
Adesso è importante «individuare gli asintomatici» perché «individuare le persone portatrici del virus è la prima frontiera per fermare l'infezione». Per questo, ha detto ancora il presidente dell’Iss, «bisogna tenere la curva dei nuovi contagi sotto una certa soglia, facendo in modo che le persone identificate come positive si possano tracciare». Perciò «è importante continuare a tracciare i positivi, senza mollare la presa: se il numero è eccedente e non si può più fare, si adottano misure per ridurre il numero dei positivi sotto la soglia».

Brusaferro ha dato il quadro attuale partendo dai mesi precedenti: «Dopo un periodo estivo con numeri limitati e un periodo settembrino in lieve e progressivo aumento, che ha avuto il suo picco nelle ultime due settimane». L'età mediana delle persone che contraggono l'infezione è «oggi di circa 40 anni, nel periodo di picco era 60-70. Nel periodo estivo circa 30 anni» dunque in costante aumento.

La cura con il plasma

Per quanto riguarda lo studio Tsunami Italia, che mira a valutare l'efficacia del plasma nella cura del Sars-cov-2, ha detto Brusaferro, «al 26 ottobre sono stati 188 i pazienti inseriti», coinvolti «79 centri clinici e 88 centri trasfusionali». Lo studio prevede «l'arruolamento di 474 pazienti ma ha avuto rallentamento in parte dovuto al fatto che in estate, fortunatamente, il numero di casi di persone con infezione grave è decresciuto ed è stato limitato. Con la situazione attuale raggiungerà la soglia dei pazienti da arruolare in tempi più rapidi».

Nel progetto, partito a maggio, «sono coinvolte un po' tutte le regioni e 14 hanno randomizzato almeno un paziente, ma i pazienti coinvolti sono finora soprattutto toscani».

Le regioni

Sul fronte tracciamento intanto ci sono novità sia dalle regioni che dalla Protezione civile.

Dopo aver segnalato le difficoltà del tracciamento dei positivi al ministero della Salute, le regioni hanno firmato un’intesa con medici di base e pediatri per tamponi: «l'esecuzione in modo rapido e in piena sicurezza dei test antigenici di accertamento del Covid è potenziato dal fondamentale contributo dei medici di medicina generale e con quelli dei pediatri» ha detto il Presidente del Comitato di Settore Regioni Sanità, Davide Caparini. L'obiettivo «è di ridurre la pressione sui presidi ospedalieri e sulle strutture sanitarie e diminuire le occasioni di esposizione al rischio contagio». Per il presidente della conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, dopo aver lanciato l’allarme, si dimostra più ottimista: «ora il nostro Paese ha un strumento in più da utilizzare per contrastare la diffusione del Covid-19. Si allarga così in modo sempre più capillare - dice ancora Bonaccini - la campagna di prevenzione e di contrasto della pandemia». 

Notizia, che fa il paio con la grande adesione di candidati al bando della Protezione civile per potenziare i servizi di tracciamento sanitario. Il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, attualmente in isolamento perché positivo al Covid-19, ha scritto su Facebook che ci sono state 49 mila adesioni a fronte di una richiesta di duemila unità. Il bando era aperto a medici abilitati non specializzati, infermieri, assistenti sanitari, tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro e studenti iscritti al terzo anno dei corsi di laurea triennali in infermieristica.

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