Eugenio Gaudio sarà il nuovo commissario alla sanità della Calabria, Gino Strada avrà un ruolo per gestire l’emergenza Covid-19. Questo quanto deciso dal governo dopo le dimissioni di Giuseppe Zuccatelli, il commissario ormai ex travolto dalle sue frasi contro le mascherine.

Gaudio già magnifico Rettore dell'Università degli Studi di Roma La Sapienza, di origine cosentine ha ricevuto l’incarico questo pomeriggio.

Gino Strada, fondatore di Emergency, dopo che da giorni circolava il suo nome, ha confermato la disponibilità a far parte della squadra, anche con una delega speciale, che in Calabria sta fronteggiando le criticità dell'attuale emergenza sanitaria. Palazzo Chigi commenta: «Due nomi autorevoli che possono aiutare la sanità calabrese a ripartire».

Il commissario ad acta Zuccatelli si era dimesso questa mattina. Fino a poco prima aveva detto che non si sarebbe mosso finché non glielo avesse chiesto il ministro della Salute Roberto Speranza, ma così è stato.

I nuovi nomi sono stati discussi questo pomeriggio, prima del consiglio de ministri, tra il premier Giuseppe Conte, il ministro della Salute, Roberto Speranza e il comitato tecnico scientifico per il nuovo successore. Nella riunione è stato fatto per la prima volta il nome di Gaudio. Sulla nomina c’è stato un confronto anche durante il Consiglio dei ministri. 

Le critiche

Mentre la decisione non era stata ancora presa, il movimento delle Sardine che per primo ha spinto per Strada, non ha apprezzato la nuova scelta Gaudio, anzi. Sull’account social è comparso un post in aperta polemica: «L’ennesima occasione persa».

Anche il presidente della commissione Antimafia, il senatore Nicola Morra (M5S), aveva detto no all’ex rettore: «Sarà sicuramente persona validissima, ma in Calabria, per tanti differenti motivi – tra questi la necessità di combattere con radicalità la ‘ndrangheta con le sue infiltrazioni nelle aziende sanitarie - non va bene».

Invece ha ribadito le sue speranze per Strada: «Ci aspettiamo che Gino Strada, per tutto quel che simbolicamente rappresenta, vanga a svolgere un ruolo formidabile nell'opera di risanamento della sanità calabrese».

A quanto rivelato da Domani, Gaudio è indagato a Catania.

La Lega è contenta

Il vicepresidente leghista della Calabria Nino Spirlì ha esultato in una diretta Fcebook, e lo vede come un assessore della sua giunta. «Abbiamo chiesto al governo, insistentemente, che a rappresentarci fosse un calabrese che potesse prendere in mano la situazione conoscendone il respiro». Il governo, prosegue, «lo ha capito, lo ha recepito e oggi ha proposto a commissario il rettore Gaudio che ha alle spalle un carriera medica che non finisce mai, un curriculum veramente eccellente». Per l’esponente della Lega «ha grandi capacità anche amministrative».

Spirlì, si dice contrario al commissariamento (di fatto il commissario toglie i poteri sulla sanità alla giunta regionale), però «è vero che mi piace pensare che, perché figlio di questa terra, possiamo immaginarlo come il primo assessore alla sanità del secondo periodo della Calabria».

Il Pd si complimenta

Anche Stefano Graziano, commissario del Partito democratico regionale, si è complimentato: «Gaudio ha tutti i requisiti e le competenze per far uscire la sanità regionale dall'attuale condizione di difficoltà. È una figura riconosciuta nel mondo della sanità come una eccellenza e soprattutto è un calabrese, che risponde a pieno a quei requisiti che erano stati chiesti al governo». Per Strada si è detto soddisfatto: «Esprimo soddisfazione - aggiunge Graziano - per la rinnovata disponibilità di Gino Strada a dare una mano alla sanità calabrese anche con una delega speciale».

Strada c’è

Su Strada nelle ultime ore si era registrata invece ampia convergenza politica e sociale. Da Morra, a Nicola Fratoianni, fino a Matteo Renzi, si è creato un fronte compatto (e inedito) M5s, LeU e Iv.

«Ci sono» aveva detto Strada, e così è stato. Dopo un lungo silenzio sull’argomento, domenica sera il fondatore di Emergency aveva confermato di essere stato contattato telefonicamente da Palazzo Chigi una settimana prima e ha detto pubblicamente in un post di Facebook di essersi reso disponibile qualora il governo avesse deciso di convocarlo.

Strada aveva specificato di aver risposto di non volersi prestare a «nomine di facciata». Dalla prima telefonata, che sarebbe arrivata dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, il governo non lo aveva più contattato. Adesso si avvia a gestire l’emergenza.

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