Carlo Calenda ha lanciato il suo slogan “Roma, sul serio” e ha dato ufficialmente il via oggi ai banchetti, ai manifesti, al sito e alla raccolta fondi per la sua campagna elettorale: «Abbiamo bisogno di sostegno, sostegno economico per lanciare una grande campagna di marketing» ha detto nel video in cui si propone come sindaco: «Non ci credo che Roma non si può governare».

Durante la conferenza stampa in mattinata, ha citato i padri del comunismo, Marx ed Engels. Ex dirigente Ferrari e figlio di Cristina Comencini, tra le più celebri registe italiane, i giornalisti gli hanno chiesto se si senta il candidato delle élite: «Questa cosa si chiede perché non sono del Pd. Persino Marx e Engels erano più benestanti di me, ma nessuno gli ha mai detto: “Scusa, ma allora puoi fare il comunista?”. Cerchiamo di non perdere la testa, perché credo che questa sia davvero una infezione grillina», ha replicato.

Tra gli esempi citati dal candidato sindaco e leader di Azione, anche gli esponenti del Pd e gli ex sindaci di Roma: «Vorrei sapere se qualcuno abbia mai fatto questa domanda a Ernesto Nathan, all'epoca, da che famiglia veniva, o se l'abbiano fatta a Rutelli e Veltroni, o a Paolo Gentiloni, che è addirittura un conte marchigiano. Qualcuno gli ha mai chiesto: “Puoi fare il presidente del Consiglio?”».

Né barca né aereo

Calenda, che fino a pochi mesi fa si proponeva come candidato per il centrosinistra e che oggi si dice pronto ad appoggiare il Pd Roberto Gualtieri qualora non andasse al ballottaggio («Ma io ne sono convinto», ripete), ci tiene a presentarsi come un cittadino qualunque: «Io non vengo da una famiglia di plutocrati con l'aereo privato. Mia madre fa la regista e la scrittrice. Mio padre era un dirigente di banca in pensione che fa lo scrittore. Mi hanno regalato case? No. Hanno barche e gommoni compresi? No, non hanno manco un canotto. Sono persone che mi hanno assicurato una vita agiata? Sì. Ho fatto la loro carriera? No, ho fatto tutta un'altra carriera. Quindi mi fermo qua».

Non accetta neanche la veste da “pariolino”, dal nome del quartiere tra i più ricchi della capitale: «Non ho mai vissuto ai Parioli. Lo dico come circostanza attenuante, perché è diventato quasi un reato. La risposta è occuparsi delle cose. Evitare discussioni che, secondo me, sono inutili. Mia mamma mi ha detto: “Segui quello che vuoi fare, quello che senti di fare”, come sempre ha fatto. Mia moglie, diciamo, meno, ma mia mamma così. Per cui già ho un cinquanta per cento sui cui posso lavorare», ha concluso il leader di Azione.

I sondaggi

Oggi intanto è stato pubblicato un sondaggio realizzato da Tecnè per l’agenzia Adnkronos che, nonostante abbia dovuto prevedere diversi candidati di centrodestra - visto che la coalizione ancora non si è decisa –, riferisce che Calenda in ogni caso è ben lontano dal raggiungere l’obiettivo ballottaggio. Il leader di Azione è bloccato al 14-15 per cento, anche se di fatto è molto noto. L’83 per cento del campione lo conosce, ma solo il 32 per cento ne ha un giudizio positivo, meno della metà (68 per cento) di quelli che invece ne hanno un’opinione negativa. Calenda piace di più a Roma nord, la zona bene per antonomasia, dove arriva al 40 per cento di giudizi positivi (ma è lievemente meno noto, 79 per cento di conoscenza). A Roma sud invece lo conosce l’85 per cento del campione, ma lo apprezza il 29 per cento.

In termini di voti, gli altri sfidanti prenderebbero tutti di più. La candidata del Movimento 5 stelle Virginia Raggi viaggia tra il 18 e il 20 per cento. Un dato che si scontra con il fatto che l’amministrazione comunale viene bocciata senza appello. Il 70 per cento dei cittadini romani esprime un giudizio negativo, il 28 per cento positivo (mentre il 2 per cento non si esprime).

Roberto Gualtieri, in attesa dell'investitura delle primarie del Pd, va dal 32 al 37 per cento e il centrodestra appare combattivo. Enrico Michetti, l’uomo che piacerebbe a Fratelli d’Italia, raggiungerebbe il 35 per cento, mentre la leghista Giulia Bongiorno il 33 per cento. In entrambi i casi Gualtieri sarebbe a rischio. Con Michetti in campo, Gualtieri si fermerebbe al 33 per cento; con Bongiorno al 32 per cento. Se si votasse oggi per le politiche, si legge, il centrodestra, almeno a Roma, avrebbe la meglio con il 43 per cento rispetto al 40 per cento del centrosinistra.

In una città diversificata al suo interno come la capitale, è interessante notare che il Pd, che si consolerebbe come primo partito, prevarrebbe nei quartieri dei ricchi: Gualtieri, nel caso lo sfidante fosse Michetti registrerebbe il 38 per cento a Roma centro, il 36 per cento nel caso dovesse vedersela con Bongiorno.

E poi c’è Calenda. Che tocca i sui picchi elettorali con il 19 per cento dei consensi a Roma Ovest: un’area difficile da definire, visto che abbraccia i quartieri più distinti come Trionfale e Gianicolense, ma anche quello popolare di Primavalle. Per ognuno, garantisce il suo sito, Calenda propone «soluzioni concrete».

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