Il terzo polo (arrivato quarto alle elezioni) ha presentato otto punti per la legge di Bilancio e Carlo Calenda, pur facendo parte dell’opposizione, ha detto che li offre a Giorgia Meloni: «Chiediamo un incontro a Meloni perché è una manovra estremamente lacunosa. Noi abbiamo una contromanovra con più investimenti, più welfare e meno mance. Lei è nuova nel ruolo e credo vada aiutata, non solo contestata. Noi siamo disponibili». In serata è arrivata l’apertura della presidente del Consiglio: lo riceverà la prossima settimana a Palazzo Chigi, con l’intenzione di lavorare sui punti compatibili.

Il sottosegretario

Dalla maggioranza finora le voci non erano state così concilianti. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovan Battista Fazzolari (FdI) ha detto uscendo da Montecitorio che «Calenda è un grande chiacchierone, dice che non siamo pronti, ma la legge di bilancio passa per il parlamento». Ogni emendamento serio, ha aggiunto, «noi lo prenderemo in considerazione. Se Calenda ha una idea geniale sarà accolta e messa in legge di bilancio. Purtroppo finora idee geniali da Calenda non ci sono arrivate, scarseggiano ma siamo fiduciosi».

La contromanovra

Carlo Calenda e gli esponenti del Terzo polo alla presentazione della contromanovra (LaPresse)

Calenda l’ha chiamata “contromanovra”, che allo stato attuale non ha ricevuto apprezzamenti espliciti né dalla maggioranza, né dagli altri partiti all’opposizione. Ma su alcuni temi la concordanza è già nei termini. Il primo punto è l’abolizione del Reddito di cittadinanza, un intento che in teoria potrebbe unire il Terzo polo a Meloni. Matteo Renzi, l’altro leader del polo dalla parte di Italia viva, quest’estate aveva addirittura detto di voler presentare un referendum abrogativo (legalmente impresentabile).

Per Calenda l’intervento in legge di Bilancio dell’esecutivo con la promessa di eliminarlo nel 2024 però non va bene: «Avevano detto “aboliamo il Rdc” e poi non sanno come farlo. Allora io chiedo a Meloni, se è così, che hai fatto all'opposizione?». L’ipotesi calendiana è di creare un reddito di inclusione, con molti esclusi.

La proposta di Calenda

Per il terzo polo tanto per cominciare bisogna spostare la componente del RdC relativa ai figli sull'assegno unico e poi bisogna togliere del tutto il sussidio agli under 40 senza figli.

Il documento divulgato durante la conferenza stampa spiega: «Il reddito di cittadinanza nel 2021 è costato circa 8,4 miliardi di euro e ha coinvolto 2,5 milioni di persone. La componente di politiche attive ha largamente fallito: solo il 42,5 per cento delle persone abili al lavoro sono prese in carico dai centri per l'impiego. Solamente il 10 per cento degli abili al lavoro (senza già un'occupazione) trova lavoro».

Le proposte per tutti i percettori («il 38 per cento non abili al lavoro, il 62 per cento abili») sono di far gestire il RdC dai comuni in linea con quanto previsto dal Rei (inclusa la fase di accesso al beneficio); abilitare le agenzie private per il lavoro a formare e trovare lavoro ai percettori; prevedere incentivi non economici per cercare lavoro (come la riduzione dell'importo dopo 1,5 anni senza lavoro)».

E ancora: «Prevedere un’imposta negativa temporanea per i percettori che trovano lavoro e ripotenziare i voucher; adeguare il sussidio alle diverse soglie di povertà territoriali».

Le altre proposte

La seconda proposta è quella di riportare in auge il piano “Impresa 4.0” per sostenere l’innovazione delle industrie varato proprio da Calenda quando era ministro. Su questo le visioni non sono negative da parte di tutti, maggioranza e opposizione. Il terzo punto, e l’ottavo entrano in collisione con la Lega. La “contromanovra” infatti prevede di ridurre la portata della flat tax, e di ripristinare la legge Fornero sulle pensioni. La promessa di abolirla e portare avanti quota 103, per Calenda è «un intervento idiota».

La coppia Calenda-Renzi propone inoltre di confermare la rivalutazione delle pensioni minime del 120 per cento; stabilizzare gli scivoli pensionistici in essere (come l'Ape social); confermare “Opzione Donna” eliminando però l'impostazione dell'attuale governo che, si legge nel documento, discrimina le pensionande che non hanno avuto figli (60 anni senza figli, 59 con uno, 58 con due).

Il salario minimo

Su una proposta invece, si potrebbe compattare l’opposizione. Sul fronte welfare, il deputato di Azione chiede di arrivare al salario minimo a 9 euro. Oltre all’approvazione del Pd, tra Andrea Orlando e Peppe Provenzano, è arrivata anche quella del Movimento 5 stelle, per bocca del capogruppo alla Camera Francesco Silvestri: «Una convergenza tra le opposizioni sul salario minimo? Me lo auguro».

La scheda di Calenda in tema di Welfare, oltre al potenziamento delle borse di studio ai giovani universitari in pari con gli esami, portandoli da una media di 300 euro al mese a 600 euro, propone oltre al salario minimo, una legge sulla rappresentanza con la validità “erga omnes” con un minimo di “ultima istanza” per i lavori che hanno una componente di saltuarietà, e che combatta i contratti pirata.

Si chiede poi che al fondo sanitario nazionale vengano destinati almeno 6 miliardi, e si torna a suggerire di accedere alla linea di credito sanitaria del Mes (che non piaceva al Movimento).

Energia e Pnrr

Una pagina viene dedicata al caro-bollette, e lì le proposte sono quelle di cui si discute da tempo. Effettuare il decoupling (disaccoppiamento) del prezzo dell'elettricità prodotta da gas e altre fonti (rinnovabili e carbone); mettere un tetto variabile (-50 per cento) al costo delle bollette da gennaio a marzo con l’idea ottimistica che per allora la soluzione sarà europea.

Infine far risalire lo sconto sulle accise, ma lì la questione non è politica, è di bilancio e dipende dalle altre misure che si vogliono finanziare.

Il Terzo polo propone di potenziare la capacità di spesa del Pnrr, dall’integrazione del fondo per le spese di progettazione con 750 milioni l'anno utilizzando i fondi già stanziati al potenziamento delle personale tecnico delle stazioni uniche di committenza. Il centrodestra, finora, ha fatto sapere di voler intervenire sul Piano di ripresa e resilienza. Ma non ci sono ancora specificazioni su come.

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